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Pasqua e ponti primaverili, le Dolomiti bellunesi prendono per la gola

Puntano sulle eccellenze enogastronomiche, oltre che sui paesaggi incantati, le Dolomiti Bellunesi per le proposte turistiche in occasione delle vacanze di Pasqua e i lunghi ponti primaverili. Una 'toccata e fuga' ai piedi delle montagne patrimonio dell'Umanità non offre solo innumerevoli percorsi escursionistici, ma tante opportunità di conoscere i sapori di alcuni tra i prodotti tipici più rinomati della provincia bellunese. Circa una sessantina delle specialità agroalimentari del Veneto arrivano infatti dalla provincia bellunese. Tra carni, liquori, formaggi o frutti della terra, sono 378 le delizie specificamente venete riconosciute con decreto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. E la tavolata che si può imbandire con la montagna bellunese è ricca di prelibatezze: dal pastin al kodinzon, all'agnello dell'Alpago, dal barancino alle pendole, e poi il gelato, i formaggi, il mais sponcio, la birra Pedavena. Una zona, il bellunese, che ha molto da offrire anche dal punto di vista gastronomico. Merito del mix storico di cucine che si sono avvicendate nei secoli. Il bellunese propone un uso sapiente delle erbe di montagna abbinato a qualsiasi tipo di sapore, e spazia dalle carni, ai primi piatti ai dolci, intersecando la cucina Mediterraneo-Veneziana con quella Asburgico-Mitteleuropea. Belluno negli ultimi anni dell'800 e fino alla metà del '900 fu interessata da un fenomeno migratorio 'baliatico' molto importante. La balia di Otto d'Asburgo, Giuliana Budel, era originaria di Cesiomaggiore, così come Maria Polesana Canova, originaria del feltrino, fu la balia di Luchino Visconti. Queste balie e molte altre furono le protagoniste di una cucina cosiddetta "di ritorno", perchè tornando a casa nei loro paesi portavano le innovazioni, le pietanze, i sapori e i gusti di altre cucine, impreziosendo la tradizione bellunese. Questo oggi da' vita a una batteria importante di ristoranti stellati Michelin e di una lunghissima serie di chef pluripremiati, riconosciuti a livello internazionale. Immaginando, in metafora, uno slalom sulle tavole della cucina bellunese, anzichè sulle piste da sci, si incontrano dapprima prodotti Dop come il Formaggio Piave e il Miele delle Dolomiti Bellunesi; quindi gli affettati di selvaggina e le insalatine d'orzo antico delle valli bellunesi, presidio slowfood, alternati a trota e aromi. Tra i primi piatti, la scelta può andare dai casunziei all'Ampezzana, o alla pasta e fagioli con l'autentico Fagiolo di Lamon Igp. Altra curiosità sarà quella di scoprire che nello Schiz e Pastin, inseriti tra due fette di pane, si ritrova l'antenato del moderno 'Cheeseburger', accompagnati anche con la polenta di Mais Sponcio o le patate di Cesiomaggiore. Si prosegue poi con l'agnello dell'Alpago, non solo a Pasqua, proposto con il cavolo cappuccio di Vinigo e, dolce conclusione, il Gelato della terra dei Gelatieri, con il tocco in più della noce feltrina, i Biscotti del Comelico e la Torta Polentina. Anche il 'beverage' made in Belluno non è da meno, con proposte come la Birra Pedavena, la Grappa e la nuova Doc Vini Coste Feltrine.

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