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Il corpo della voce, emozione e scienza

ROMA - Essere "solo" voce, dare vita a una nuova vocalità, per superare il legame esclusivo tra il significato della parola e la sua dimensione sonora e liberare infinite possibilità espressive: è un riuscito connubio tra arte, emozione e scienza la mostra "Il corpo della voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos", in programma a Roma dal 9 aprile al 30 giugno presso il Palazzo delle Esposizioni e a cura di Anna Cestelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano.

Primo progetto ideato e realizzato interamente dal nuovo cda dell'Azienda Speciale Palaexpo insediatosi lo scorso agosto, la mostra documenta e indaga l'appassionato lavoro di ricerca artistica e sperimentazione di tre personaggi d'eccezione del '900 attraverso materiali rari - più di 120 opere tra foto, video, materiali di repertorio, corrispondenze, documenti esposti per la prima volta - e un nutrito apparato tecnologico, come exhibit interattivi, aree di ascolto e apparecchiature elettroniche. Focalizzandosi sulle "mille voci" di Cathy Berberian, mezzosoprano americana di origini armene, capace di infiniti virtuosismi, sugli esperimenti artistico-scientifici condotti da Demetrio Stratos, musicista cantante di origine greca, per cercare incessantemente l'origine, il funzionamento e i limiti della propria voce, e sul lavoro dell'attore e regista salentino Carmelo Bene impegnato a "non voler essere" sul palcoscenico e a rappresentare se stesso solo come "macchina attoriale" e fatto sonoro, il percorso immerge il pubblico in un fluire ininterrotto di voci e richiami sonori: obiettivo è trovare una nuova consapevolezza sulle affascinanti contraddizioni della voce, che è insieme carnalità ed essenza eterea, qualcosa di materico ma anche di immateriale, superando la convinzione che ogni espressione vocale debba necessariamente essere legata alla parola.

Accanto ai 3 protagonisti, mostrati nella loro diversità ma anche nelle loro convergenze, non mancano i riferimenti al lavoro di Beckett, Artaud e Cage nonché gli approfondimenti scientifici, con una sezione della mostra (a cura del medico chirurgo Franco Fusi) che spiega nel dettaglio come il corpo umano produce le emissioni vocali, quali sono le caratteristiche della voce e con quali esami è possibile vederla rappresentata, e un'altra (realizzata da Graziano Tisato, ricercatore dell'ISTC - Cnr di Padova) in cui 3 postazioni permettono di comprendere alcuni effetti sonori prodotti da Stratos. "La mostra agisce nella sfera della percezione e formazione del senso e offre un'ulteriore riflessione sul rapporto tra arte e tecnologia", ha detto oggi il vicesindaco del Comune di Roma Luca Bergamo, sottolineando quanto il progetto sia in linea con la politica culturale della città, che vuole affermare "il diritto alla partecipazione culturale del cittadino come diritto fondamentale. Questo significa rimuovere i vincoli dati dallo sfruttamento commerciale della cultura". "Vorremmo permettere un'emancipazione del pubblico da soggetto passivo a soggetto attivo che produce senso: è un obiettivo ambizioso ma politicamente è un fattore di giustizia sociale", ha detto Cesare Pietroiusti, presidente dell'Azienda Speciale Palaexpo, "la mostra ha tante anime, coniuga l'aspetto scientifico con quello artistico e nasce da una ricerca rigorosa e accurata".

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