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La riesplorazione del fotografo Graziani

MILANO - La fotografia è usata come strumento di narrazione, catalogazione e reinterpretazione nelle immagini che Stefano Graziani, su commissione della Fondazione Prada, presenta fino al 26 febbraio negli spazi dell'Osservatorio, nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano.
    Il lavoro di Graziani parte da un'esplorazione di opere che i musei non presentano in primo piano, o addirittura tengono nei magazzini, aggiungendovi anche materiale conservato negli archivi. Seleziona quindi quanto raccolto, compiendo abbinamenti fotografici con reinterpretazioni del tutto originali.
    Nella mostra milanese sono così collegati tra gli altri un edificio di Aldo Rossi e un disegno di Gordon Matta Clark; un album fotografico di fine Ottocento su Pompei e un plastico del Pantheon romano del Sir John Soane's di Londra. In questi assemblaggi la fotografia appare un veicolo per accostare opere lontane nello spazio e nel tempo e che spesso non sarebbe neppure possibile trasferire concretamente da un luogo all'altro.
   

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