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Lo storico tram di Trieste non riparte, la città si mobilita

TRIESTE - A un anno e mezzo dall'incidente tra due vetture che causò otto feriti e ne interruppe la attività, i cittadini triestini si sono mobilitati e hanno avviato una doppia petizione: lo storico e bellissimo tram di Opicina deve riprendere il servizio. Poco importa se occorrerà il via libera dell'Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del Ministero Infrastrutture e Trasporti) e bisognerà che la collettività sborsi tra i 4 e i 5 milioni euro: il tram deve ripartire. Non tanto per il richiamo turistico, ora che di turisti in città se ne vedono, quanto proprio per loro, i triestini.

In poche ore tra banchetti in strada e sottoscrizione online lanciata dal quotidiano Il Piccolo, sono state raccolte oltre 1.500 adesioni. E si prevede che in breve saranno superate le diecimila raccolte da un analogo appello del 2014. Le spigolose e vecchie vetture blu e bianche devono tornare a ondeggiare mentre si arrampicano lentamente su per via Commerciale per raggiungere Opicina, sul Carso. Importa che, qualora si rimettesse in funzione, il tram si guasterebbe nuovamente in capo a un annetto, come ciclicamente accade da quando nella Trieste asburgica, alle 9.10 del 9 settembre 1902, pioniere della tecnologia e della ingegneria, l'elegante vettura fece il suo primo viaggio? No, perché ogni volta che si trattasse di vetture o di strutture, tutto è stato sempre puntualmente riparato.

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