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Un raro Achrome di Piero Manzoni all'asta a Copenaghen

COPENAGHEN -"A Copenaghen ho avuto un successo che mi ha stupefatto", scriveva Piero Manzoni all'inizio degli anni Sessanta, poco prima che un infarto ne spegnesse il genio a soli 29 anni. Ed effettivamente il viaggio, anzi i due viaggi che l'artista milanese fece in Danimarca tra il 1960 ed il 1961, furono particolarmente felici per la sua arte, forieri di successi di pubblico e di critica per le mostre ospitate alla Galerie Kopcke di Copenaghen e anche di nuove idee. Fu qui, nella fabbrica di camicie del mecenate Aage Damgaard, nella piccola citta' di Herning, che nacque per esempio la celeberrima 'Linea' lunga 7.200 metri, insieme a tanti "quadri pelosi" come lui definiva la fortunata serie degli Achrome realizzati fissando al supporto di legno fibre naturali e sintetiche. A piu' di cinquant'anni da quei viaggi e dalla morte prematura del grande artista concettuale che tanti conoscono per la provocazione della sua 'Merda d'artista', il 5 dicembre, uno di questi primi Achrome, realizzato in Danimarca nel 1961, mai venduto prima e anzi mai esposto, andra' all'asta alla Bruun Rasmussen di Copenaghen. E prima, gia' dal 21 settembre, verra' esposto a Parigi (Galleria 12 Druot) e poi a Londra (fra il 5 e l'8 novembre alla Shapero Modern) e Copenaghen (il 27 novembre l'anteprima alla Rasmussen). "Dietro il pezzo di Piero Manzoni che andra' all'asta c'e' una storia molto ben documentata - racconta Niels Raben, direttore del Dipartimento di arte moderna della Bruun Rasmussen - La particolare collaborazione con Damgaard e' stata di grande importanza per il suo lavoro, ha permesso all'artista di esprimersi in totale autonomia, plasmando spontaneamente il suo talento". In Danimarca, prima ancora di conoscere l'illuminato imprenditore camiciaio (che poi lancera' anche una fortunata catena di ristoranti ma si manterra' sempre sensibile all'arte), Manzoni era arrivato per esporre le sue opere nella galleria di Arthur (Addi) Kopcke, a Copenaghen. Al pubblico danese fece conoscere i suoi "Corpi d'aria", che erano palloncini gonfiati con il suo stesso fiato, gli Achrome, opere monocromatiche bianche realizzate con gesso e caolino prima, con fibre naturali e artificiali dopo, ma anche Linea, costituita da una riga tracciata su un foglio di carta poi arrotolato e posto all'interno di un contenitore sigillato, e le "Uova scultura", uova bollite con l'impronta digitale dell'artista sull'albume sodo. Il successo fu enorme, tanto da sorprendere il prolifico e giovane artista, che in una lettera di quei mesi racconta stupefatto: "Galleria piena, articoli su tutti i giornali, su 3-4 colonne da capo a fondo pagina..." (Celant G. Manzoni, Skira Editore, Milano 2004, p.652). Da li' l'ingaggio a Herning nella fabbrica di Damgaard, dove trascorse tutto il mese di luglio creando la Linea lunga 7.200 metri ed in generale sperimentando l'uso di tutti i materiali che la fabbrica tessile poteva mettere a sua disposizione. Quindi torno' a Copenaghen, per una nuova mostra nella quale presento' la Merda d'Artista, prima di un secondo soggiorno nella fabbrica e della nascita dei 'quadri pelosi'. L'Achrome che andra' in asta a dicembre risale proprio a questo secondo soggiorno di Manzoni a Herning. E' appartenuto ad un assistente della galleria di Copenaghen che aveva avuto l'opera dal suo datore di lavoro. Nel 1989 era stato mostrato a Freddy Battino, all'art director della Galleria Blu d Milano, che lo ha inserito nel catalogo generale delle opere (Battino/Palazzoli no. 685 + Celant no.901). Alla Rasmussen andra' in asta con una quotazione di 200.000- 270.000 euro. E chissa', alla fine potrebbe tornare in Italia. (ANSA).

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