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Teatro: Quasi Grazia, debutto all'Eliseo di Nuoro

CAGLIARI - "Quasi Grazia" raddoppia. E' già sold-out la piece sulla figura di Grazia Deledda, che debutta all'Eliseo di Nuoro, sua città natale, mercoledì 27 settembre (sua data di nascita).

Oltre all'annunciata replica del 28, sempre alle 21, se ne aggiungono altre due straordinarie, il 30 settembre alle 21 e domenica 1 ottobre (alle 18). In scena nel ruolo di Grazia Deledda, un'inedita Michela Murgia al suo debutto come attrice teatrale. Nel cast anche Lia Careddu, Valentino Mannias, Marco Brinzi, Giaime Mannias.

C'è grande attesa a Nuoro per questa nuova produzione di Sardegna Teatro. Il capoluogo barbaricino è la città anche dello scrittore Marcello Fois, autore del testo da cui è stato tratto lo spettacolo, per la regia di Veronica Cruciani.

Lo spettacolo arriverà a Cagliari, al Teatro Massimo, il 20, 21 e 22 ottobre. La piece racconta tre momenti significativi della vita della scrittrice: 1900, il viaggio da Nuoro a Roma; 1926, Stoccolma, il Nobel; l'esito delle radiografie che ne decretano il male incurabile. "Quando Marcello Fois ha immaginato questo testo sulla Deledda e mi ha chiesto di interpretarlo, il potenziale rivoluzionario della sua figura mi ha convinta ad accettare senza riserve - afferma Michela Murgia - è infatti evidente che Deledda per realizzare sé stessa abbia pagato, oltre ai sacrifici personali, anche un altissimo prezzo sociale: enorme su di lei la diffidenza radicale del mondo letterario italiano, capace perfino di ignorarne il Nobel, e un giudizio sulla sua vita privata che ha portato persino i grandi nomi della letteratura italiana a storcere il naso davanti al suo matrimonio paritario e sodale, così simile alle coppie di potere dello star business contemporaneo, ma del tutto insolito nella bigotta Italia degli anni '30".

La scrittrice Premio Campiello prosegue: "La sua storia di determinazione personale è un paradigma non solo per le donne di tutti i tempi, ma per chiunque voglia realizzare un sogno partendo da una condizione di minorizzazione sociale. Per esprimere questa spinta politica la scelta della regia non poteva che ricadere sulla sensibilità civile di Veronica Cruciani, il cui supporto anche pedagogico è stato fondamentale per permettermi di entrare con rispetto in un mondo artistico che non mi appartiene".

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