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A Pontebba i 500 anni del 'Fluegelaltar'

PONTEBBA (UDINE) - In occasione dei 500 anni del 'Fluegelaltar', l'altare ligneo della chiesa di Santa Maria Maggiore di Pontebba (Udine), la parrocchia, l'Uti Canal del Ferro-Val Canale e il Comune, con il sostegno della Regione, aprono un percorso di valorizzazione di uno dei massimi esempi di arte religiosa sul territorio.
    "E' un gioiello preziosissimo, rimasto un po' riservato a noi, ma che dobbiamo mettere a disposizione del grande pubblico lavorando sulla promozione e inserendolo in modo qualificato nell'offerta turistica della nostra regione", ha spiegato l'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, intervenendo alla presentazione degli eventi che tra agosto e settembre celebreranno la riscoperta di questa opera: "Una iniziativa - ha aggiunto - a cui la Regione guarda con estremo interesse, nella misura in cui contribuisce ad inserire con 'geo-coerenza' quest'opera magnifica nei percorsi più noti". Per il sindaco di Pontebba, Ivan Buzzi, si tratta di "un'importante occasione di rilancio per l'intero ambito, che ha come obiettivo l'inserimento dell'altare nelle tappe del cammino delle Pievi della Carnia e per creare una rete tra Fluegelaltar di Fvg e Carinzia in un percorso turistico religioso e artistico".
    Il 19 agosto si terrà un concerto, al cospetto dell'altare mariano, con il coro del Friuli Venezia Giulia, diretto dal maestro Cristiano Dell'Oste, con l'Orchestra d'archi Italiana, diretta dal maestro Enrico Bronzi. Il 9 settembre si terrà un convegno scientifico, curato da don Alessio Geretti, che tratterà diversi aspetti storici e iconografici legati all'altare ligneo.
    Il Fluegelaltar, frutto della maestria degli scultori della bottega del Maestro Enrico da Villach, attribuisce alla chiesa di Pontebba il ruolo di sintesi tra la cultura artistica italiana e quella altrettanto ricca del mondo tedesco. Gioiello di scultura lignea, fa bella mostra di sé da cinquecento anni in quella che fu l'ultima chiesa in territorio italico prima del confine con la Valcanale, bamberghese prima e asburgica dal 1759 fino al termine del primo conflitto mondiale. L'altare a sportelli fa parte di quelle opere d'arte riconducibili al concetto di "Biblia pauperum": all'altare pontebbano era demandato il compito di narrare la vita di Maria e diffonderne il culto.
    Quando le "ali" dell'altare, in corrispondenza ai periodi penitenziali di Avvento e Quaresima, vengono chiuse, rivelano pregevoli dipinti raffiguranti l'Annunciazione, la Visitazione, la Fuga in Egitto e la Pentecoste. L'altare raggiunge un'altezza di sette metri e mezzo, con i pinnacoli e gli eleganti baldacchini sui quali sono collocate otto statue a tutto tondo.
   

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