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250 opere, Castelli mostra sue ceramiche

CASTELLI (TERAMO) - Una mostra con 250 opere di 80 autori per celebrare i 110 anni della Scuola d'arte e lottare contro le conseguenze del post-sisma: Castelli, il comune del Teramano alle pendici del Gran Sasso, riparte dalle 'sue' ceramiche che lo hanno reso famoso nel mondo.
    L'esposizione 'diffusa' che coinvolge tutte le botteghe presenti nel paese è stata inaugurata il 30 luglio e gli organizzatori ne parlano come un "dono". Ma il sindaco, Rinaldo Seca, che guida una giunta composta da giovani sotto i trent'anni, lancia un allarme: "Si parla sempre di Castelli, poi la politica quando deve prendere le decisioni se ne dimentica. Anche il nostro glorioso liceo rischia tagli. La scuola va strutturalmente difesa. Serve attenzione costante. Il liceo non ha solo 110 anni di storia, è un modello di resistenza delle aree interne". La mostra è aperta dal 31 luglio, tutti i giorni, fino al 3 settembre dalle 9 alle 19 e si snoda negli spazi più significativi. I laboratori ospitano opere di direttori, docenti e allievi.
    All'allarme del sindaco si unisce quello della dirigente dell'Istituto d'arte, Eleonora Magno: "La scuola - dice - si trova in un momento critico, sarebbe irresponsabile non dirlo, anche in un momento come questo". Nella sede della scuola d'arte, che simbolicamente si trova nella parte più alta del paese montano, l'inaugurazione è caratterizzata da molte presenze, anche da altre città abruzzesi e da fuori regione. Per quanto riguarda il comparto, sono 46 le fabbriche, in larga parte collegate a botteghe per la vendita presenti nel comune di 1200 abitanti. Anche se con il terremoto del centro Italia una quindicina di centri produttivi e botteghe sono inagibili.
    "La mostra - conclude il sindaco - rende evidente quanto è stata forte e elevata l'offerta formativa di questa scuola".
   

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