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Karole Vail, al Guggenheim seguendo nonna Peggy

MUSEO GUGGENHEIM  - Alle pareti della sua camera nella casa veneziana di nonna Peggy c'erano i dipinti dei surrealisti con quelle figure 'mostruose' che le facevano un po' paura, ma i suoi preferiti erano i cubisti, Picasso e Braque, nella sala da pranzo. Ma c'è anche quel notturno di Magritte - "mio padre ha contribuito a farlo scegliere alla nonna" - nella scala delle preferenze di Karole Vail, nipote della mecenate, chiamata a dirigere quel monumento dell'arte del XX secolo, specie di matrice statunitense (Pollock, Rothko e Motherwell tra tutti), che è la Collezione Peggy Guggenheim, affacciata sul Canal Grande, a Venezia. Karole Vail prenderà in mano le redini della Collezione da lunedì e oggi c'è stata una sorta di passaggio di consegne con il direttore 'storico' Philippe Rylands, in carica dal 1979 e ora direttore emerito, che con sapiente regia ha saputo far sì che una collezione privata aperta al pubblico sia diventata uno dei musei privati più importanti in Italia dedicati all'arte del secolo scorso con oltre 400mila visitatori all'anno. A tessere le lodi del lavoro svolto da Rylands e indicare che Karole Vail "ha tutte le carte in regola per questo incarico" il direttore del Guggenheim di New York Richard Armstrong. Per la nuova direttrice i ricordi sono importanti, ma la strada da seguire ora è quella di saper coniugare la storia e il ruolo raggiunto in dalla Collezione della nonna - "era una persona un po' particolare, ma chi non lo è?" - a quelle che sono le sfide del futuro. Per i prossimi mesi il programma delle mostre è già tracciato, sulla linea di uno sguardo all'internazionale e a ciò che avveniva in Italia dal dopoguerra in poi (non è un caso se si fa fotografare accanto alla scultura di Marini che si affaccia sulla terrazza sull'acqua) ma per il futuro c'è anche la volontà di portare in primo piano artisti della collezione da "riscoprire". In questi mesi, in quella sorta di "ritorno a casa" - oltre che nella città lagunare, "dove voglio lavorare al meglio sul mio accento veneziano", ha vissuto per una dozzina d'anni a Firenze - Karole Vail intende approfondire i rapporti con le diverse realtà che operano nel mondo culturale cittadino e non: "non vedo l'ora di crearne di nuovi" dice, convinta che l'arte è un modo per superare ogni tipo di barriera. La sua storia professionale è legata agli studi e alla cura di mostre - sta collaborando per una dedicata ad Alberto Giacometti al Guggenheim di New York il prossimo anno - ma, nonostante il peso illustre della nonna non ha mai pensato di collezionare: "ho lasciato a lei il compito di fare la collezionista". In realtà, il marito è un artista e la sua vita è in mezzo agli artisti amici, ed è di questi "con grande soddisfazione" che ha opere.

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