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Fao, vivono di piccola pesca artigianale 495 milioni di persone, ruolo vitale

 Quasi mezzo miliardo di persone vivono di piccola pesca artigianale, il 95% delle quali opera nel sud del mondo. Hanno un "ruolo vitale all'interno della catena alimentare", ma "la maggior parte di loro fa parte di comunità più vulnerabili al degrado ambientale, alla perdita di biodiversità, agli impatti climatici e economici". Così il direttore generale della Fao Qu Dongyu alla cerimonia di chiusura dell'Anno internazionale della pesca e dell'acquacoltura artigianale delle Nazioni Unite.

Il pescatori su piccola scala sono sono 495 milioni, tra cui anche 45 milioni di donne, e producono almeno il 40% del pescato globale. "Questi lavoratori - precisa Qu Dongyu - sono custodi di preziosi ecosistemi e di antiche tradizioni" e "contribuiscono alla gestione delle risorse acquatiche negli oceani, nei fiumi e nei laghi del mondo".

Nel corso dell'anno a loro dedicato sono stati oltre 260 eventi organizzati in 68 paesi e ne sono emerse raccomandazioni per sostenere il sottosettore, tra cui l'impegno per la tutela ambientale, sociale ed economica, uguaglianza di genere ed equità, sicurezza alimentare e partecipazione dei giovani. Tutte queste raccomandazioni sono in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile della Fao, i dei cosiddetti "4 Betters": Migliore produzione, Migliore nutrizione, Migliore ambiente e Migliore vita, senza lasciare indietro nessuno.

Sebbene Iyafa 2022 stia finendo, ha concluso il direttore generale della Fao, "non dovrebbe essere la fine, ma l'inizio di un nuovo percorso in cui continuiamo a sostenere lo sviluppo di piani e strategie nazionali inclusivi per la pesca artigianale su piccola scala". 

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