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Un italiano su tre pronto a farine di insetti, c'è curiosità

(ANSA) - ROMA, 17 MAR - Mangiare cibi a base di farina di insetti? Si può fare per 1 italiano su 3.

Dall'Università degli Studi di Bergamo la più recente fotografia dei profili dei consumatori italiani disposti ad includere alimenti a base di farina di insetti nella loro dieta. Un settore che in Europa vale oltre 260 milioni, con importanti opportunità per l'agroalimentare made in Italy. La presentazione questa mattina con Regione Lombardia, IPIFF e Alia Insect Farm.

Sebbene l'entomofagia, ovvero il consumo di cibo a base di insetti, sia oggetto di crescente interesse mondiale, quella realizzata dall'Ateneo di Bergamo è la prima e più aggiornata profilazione quali-quantitativa, su larga scala, degli italiani in materia. In base all'indagine condotta su un campione composto da 1170 individui rappresentativi della popolazione italiana, risulta che il 9% degli intervistati sarebbe "altamente propenso" a consumare insect food e il 21% "mediamente propenso", mentre il restante 70% si dichiara poco propenso.

Con l'entrata in vigore nel 2018 della normativa Europea (Reg UE 2015/2283) che legittima il consumo degli insetti e la loro appartenenza alla categoria di "Novel Food" - con la conseguente possibilità di allevare e introdurre sul mercato tali insetti e le farine derivate -, infatti, il settore è cresciuto notevolmente. E si stima possa crescere ancora: in Europa, in particolare, il valore di mercato del novel food si appresta a triplicare, passando da 82 milioni di dollari del 2018 ai 261 milioni previsti nel 2023, aprendo importanti opportunità per le aziende. Attualmente, il settore europeo degli insetti è composto nella maggior parte da piccole e medie imprese come start up, ma anche grandi aziende che prima erano attive in settori diversi come quello del pet food. Come evidenziato da IPIFF, organizzazione no-profit che rappresenta gli interessi del settore dei produttori di insetti, la produzione si basa su qualche migliaio di tonnellate (volumi destinati sia al settore feed che food), mentre gli investimenti hanno già superato quota 1 miliardo di euro e si stima arriveranno ai 3 miliardi nel 2025. Il settore degli insetti raggiungerà entro il 2030 oltre 30 mila impiegati full time. Un'opportunità interessante per la filiera made in Italy, che già dispone di competenze adeguate e, come emerge dalla ricerca dell'Università di Bergamo, anche di consumatori propensi all'acquisto. (ANSA).

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