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Sorì, regina dell'export porta "l'oro bianco" in 48 Paesi

Quarantotto Paesi in tutti i continenti già serviti, tanto quelli che tradizionalmente, anche per vicinanza geografica, amano i prodotti “made in Italy” come quelli europei, Francia e Germania in primis, sia quelli più lontani che stanno imparando ad amarli sempre di più, come Giappone e Cina, ma anche esotici come le Isole Vergini o le Bahamas. E presto arriveranno posti ancora meno immaginabili fino a qualche anno fa, come Vietnam e Nuova Zelanda.

E’ l’export a trainare il fatturato annuo di decine di milioni di euro dell’azienda casearia Sorì, la cui organizzazione aziendale è votata proprio a privilegiare le esportazioni senza trascurare il territorio nazionale. Il 65% della mozzarella di bufala dop e gli altri prodotti caseari di Sorì vengono infatti inviati in tutto il mondo attraverso un sistema di trasporti ormai collaudato, che rifornisce i marchi della grande distribuzione alimentare e i ristoranti; settimanalmente l’azienda è in grado di esportare quasi cento tonnellate di prodotti caseari di alto livello qualitativo. Per l’export extra-Ue il prodotto viene invece congelato nello stesso stabilimento Sorì, per poi essere sistemato in container che viaggiano su enormi navi; in Australia il prodotto arriva in circa un mese. Fino al 2014 i prodotti Sorì arrivavano anche in Russia, ma con il primo embargo seguito all’annessione della Crimea del 2014 si bloccò il flusso commerciale. Fermo attualmente anche il commercio con l’Ucraina, ma si conta di riprenderlo. Qualche problemino con l’export si è registrato con il Brasile per via di intoppi burocratici, o con gli Usa - dove Sorì è presente soprattutto sulla costa Ovest - per i dazi dell’epoca Trump.

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