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Sì Chef, difficilo dirlo se a capo brigata c'è una donna

) - ROMA - "Sì Chef", la risposta corale che in cucina viene data a ogni comanda di chi firma il menu, difficilmente arriva se a capo della brigata c'è una donna, almeno finché non dimostra sul campo autorità e autorevolezza. E nei congressi di cucina, laddove i maestri della cultura gastronomica si confrontano sul business e nuove tendenze della ristorazione, raramente una donna assume il ruolo di opinion leader. E' quanto sottolineato da un confronto ospitato da Glass, il ristorante stellato guidato da Cristina Bowerman in collegamento-video con la chef catanese di Materia nonché docente di cucina Bianca Celano, in occasione della presentazione dell'istant-book di "Senza giri di boa" con contributi di una dozzina di autrici dopo che, a maggio scorso, la stilista Elisabetta Franchi, aveva rivelato, in un incontro promosso da Il Foglio, di non assumere donne giovani per il timore che possano avere figli.

Un moto spontaneo di ribellione partito dai social, e che oltre il libro vedrà nei prossimi giorni realizzare un podcast su "Il fatto quotidiano" e uno spettacolo teatrale che, nella Capitale, andrà in scena il 10 dicembre a La Nuvola sul gender gap e discriminazioni in ambito professionale. "L''esigenza - ha precisato la giornalista Gaia De Scalzi - è raccontare per creare una rivoluzione culturale in tutti i settori che parta da basi concrete, economiche in particolare" nell'eterno bivio tra carriera e maternità.

Ad accendere la miccia, tra esponenti del mondo dello sport, radio, cinema, comunicazione, l'affermazione dell'imprenditrice Franchi: "oggi le donne le ho messe ma sono anta, questo va detto, comunque ancora ragazze ma cresciute. Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano gia' fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24, questo e' importante".

Emblematico in questa tappa romana il mondo dell'alta cucina: "a livello di rappresentanza del mondo culinario - ha sottolineato Bowerman - c'è solo una parata di uomini sul palco. La discriminazione con le colleghe avviene in maniera subdola, dalla selezione all'assegnazione dei ruoli, l'esclusione avviene di fatto per ragioni culturali. E' la mentalità che va cambiata quando a una imprenditrice della ristorazione non si chiede un dettaglio sull'organizzazione del lavoro e ricerca di nuovi piatti ma ricette da proporre in casa o ai bambini. Da sette anni ho un menu 100% veg, tra le prime in Italia, ma questa scelta di campo non ha lasciato il segno mentre se viene annunciato da un collega-chef è rivoluzione no-meat. Tuttavia spero molto nei giovani che non vivono di questi steccati e non evocano il mito della nonna ai fornelli, ma occorre anche fare sana lobby, e valorizzare la candidatura di colleghe donne per eventi, iniziative, video. Avere sempre nomi femminili validi da proporre"

. Agli eventi, ha osservato Celano, "sono tutti chef mentre io sono la signora Bianca. Dopo undici anni nella ristorazione ho in cucina più donne perché sono più organizzate dei colleghi ma in questo settore è tutto da reimpostare, dalle guide al rapporto coi fornitori, anche se fortunatamente nelle trattorie italiane l'impalcatura resta solidamente al femminile". (ANSA).

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