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Vino: Velenosi, valorizzare territori minori e biodiversità

(ANSA) - ROMA, 06 OTT - Il 2022 si conferma un anno di successi per Velenosi Vini, come testimoniato dai punteggi assegnati dalle principali guide e concorsi alle etichette della cantina ascolana guidata da Angela Velenosi che a Roma, presso il ristorante stellato di Alessandro Pipero, con la figlia Marianna, ha presentato le nuove annate in abbinamento ai piatti di Ciro Scaramandella di Pipero, ristorante stellato fondato da Alessandro Pipero. Pur con numeri produttivi in crescita del 20%, Velenosi Vini esporta in 53 Paesi e produce circa 2,3 milioni di bottiglie, e in vista di nuovi investimenti fondiari come l'acquisizione di una decina di ettari vitati nei pressi di San Benedetto del Tronto, l'imprenditrice marchigiana dell'azienda vinicola rossista non ha nascosto la fatica di far conoscere le Marche nei suoi 38 anni di attività di promozione nel mondo. "Viaggio ancora la mappa delle Marche e dell'Italia quando devo incontrare buyer esteri" ha ammesso, rivolgendo poi un appello a politici e media italiani: "non dimentichiamoci dei territori minori e del valore della biodiversità che rende unico, grazie alle tante uve autoctone, il patrimonio vinicolo tricolore". Un gap, quello tra Barolo, Valpolicella e la Toscana e i distretti produttivi da scoprire, ben misurabile nelle quotazioni fondiarie: se a Montalcino le compravendite di terreni toccano quotazioni medie di un milione di euro per ettaro, nelle Marche con 30mila euro si riescono ad acquisire una decina di ettari di vigne. "Ed è una vergogna che le uve dei nostri territori siano quotate 35 euro al quintale" ha sottolineato Angela Velenosi chiedendo uno sforzo di valorizzazione del coro di voci del Vigneto Italia. Il Vigneto Marche, ha ricordato, con 14mila ettari può produrre complessivamente in un anno circa 800mila ettolitri di vino di qualità perché, ha sottolineato con orgoglio, "la nostra viticoltura è esclusivamente in collina e risente di una bella escursione termica, grazie ai Balcani, provvidenziali soprattutto d'estate. Il 70% della produzione è nel Sud del territorio regionale. Un'area vocata che ha sempre mantenuto un ottimo rapporto qualità/prezzo". Alla Velenosi Vini lavorano 26 addetti, quasi tutte donne, a cui si aggiungono i 12 dipendenti dell'azienda agricola. Il passaggio generazionale è già in atto con i figli Matteo con tre lauree in campo agrario-enologico e Marianna che, dopo la laurea conseguita in Bocconi, segue il marketing aziendale. Dalla cantina u na gamma completa che spazio dalle bollicine metodo classico, al bianco Rêve Offida Docg fino al best seller di casa Velenosi, ovvero il Roggio del Filare Rosso Piceno Doc, e al vino nato durante il lockdown, Ninfa, al debutto con la seconda annata in veste Marche Igt Rosso (qui annata 2020). A conclusione dell'incontro conviviale in degustazione Visciola Selezione, il vino dolce più rappresentativo del territorio marchigiano. (ANSA).

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