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Da Sadler il pesce selvaggio dell'Alaska che risale i Navigli

La cura della memoria porta lontano. Addirittura alle correnti gelide che, dallo stretto di Bering o dai fiumi auriferi dell'Alaska, scendono sulle prime coste del nord America sono il vivaio naturale di pesci formidabili: dal salmone all'halibut, al black cod, il merluzzo nero. Pesci ricchi di antiossidanti, vitamina D e omega 3, protagonisti di modelli alimentari virtuosi in grado di migliorare l'umore e ridurre la depressione, agendo come un vero toccasana per il cervello.

Virtualmente lungo il viaggio di queste pinne, approdate ieri a pochi metri dalle rive del Naviglio Pavese, ovvero nelle cucine del ristorante milanese di Claudio Sadler. Qui lo chef milanese ha dato vita a un menu a quattromani con il collega americano Marc Murphy. Al centro il pesce "selvaggio, naturale e sostenibile" made in Alaska, ma anche il riso selvaggio nordamericano, per un evento che ha unito le culture gastronomiche di Italia e Stati Uniti nello scenario della 'trattoria moderna' dello chef milanese, ovvero lo Chic'n Quick di via Ascanio Sforza 77.

Menu interessante a partire dagli amuse bouche, uno dei punti di forza di Sadler, che hanno affiancato il pesce ai funghi d'autunno nella rivisitazione della polpetta, accostamento poi ripreso da Murphy nel black cod con funghi saltati, bacon e punte di asparagi.

Altro importante filo conduttore della serata (presenti anche i diplomatici americani, tra cui il consigliere per gli affari agricoli dell'ambasciata USA Charles L. Rush) è la sostenibilità, che guida fin dalle linee costituzionali tutte le leggi che disciplinano la pesca in Alaska.

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