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Vino: Nomisma-Valoritalia, 64% tedeschi ha bevuto italiano

(ANSA) - ROMA, 28 GIU - In Germania le nostre etichette di vino battono quelle francesi nella frequenza di consumo (il 64% dei tedeschi ha bevuto almeno un vino italiano negli ultimi 12 mesi), mentre ci piazziamo alle spalle dei cugini d'oltralpe nel challenge sulla percezione della qualità. E' quanto emerge da uno studio illustrato dall'Osservatorio Nomisma Wine Monitor - Valoritalia, in occasione della presentazione a Roma delle edizioni 2022 dell'Annual Report di Valoritalia. In particolare l'Osservatorio Nomisma Wine Monitor - Valoritalia, ha seguito due strade di indagine: il monitoraggio di tale percezione nel terzo anno della pandemia e il confronto tra consumatori italiani e tedeschi, sia nell'approccio ai vini certificati Dop e Igp che verso quelli Bio e Sostenibili. Una scelta non casuale, tenendo conto del fatto che quello teutonico rimane, dopo quello statunitense, il principale mercato di riferimento per i nostri vini, con un valore dell'export che nel 2021 ha raggiunto gli 1,1 miliardi di euro. Italia-Germania, non è dunque solo una epica sfida calcistica ma un match aperto tra due Paesi produttori e consumatori di vino sui cui ha indagato Wine Monitor-Nomisma per presentare un focus sugli orientamenti dei consumatori in entrambi i Paesi Dall'indagine emerge anche che in entrambi i Paesi a indirizzare le scelte dei consumatori sono elementi come la notorietà del brand, il marchio biologico e la certificazione della sostenibilità, con una spiccata sensibilità nei confronti di metodi di produzione rispettosi delle risorse ambientali, origine e tracciabilità della filiera. Infine non mancano, in Germania come in Italia, i consumatori più sensibili, che puntano i riflettori sulla responsabilità sociale ed economica dell'azienda. Un messaggio che il mondo produttivo italiano sembra aver colto e che determina da tempo le strategie delle imprese, sia in termini di produzione che di comunicazione e marketing. E il futuro, almeno secondo il 75% delle 141 imprese intervistate da Nomisma, appartiene ai vini sostenibili e biologici. Una percentuale ancora minoritaria, ma comunque in crescita rispetto agli anni precedenti, punta poi su vini a basso contenuto alcolico, vegani o addirittura senza alcol.

"L'indagine, condotta su un campione di 1000 consumatori italiani e altrettanti tedeschi evidenzia diverse similitudini ma anche approcci decisamente differenti - ha spiegato Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare Wine Monitor presso Nomisma - Per esempio, nel consumo casalingo entrambi guardano principalmente all'origine territoriale e alla notorietà del brand. Ma quando si esce di casa e si consuma in un ristorante o in un winebar, le cose cambiano. Per gli italiani sono poche le differenze rispetto al consumo indoor, mentre il consumatore tedesco preferisce lasciarsi guidare dal titolare o dal personale di sala. Gli italiani puntano molto sull'indicazione geografica, i tedeschi maggiormente sul vitigno" (ANSA).

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