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Tenuta di Artimino, traguardi dei 10 anni a gestione Olmo

 In una storia plurisecolare, con protagonisti la famiglia dei Medici e un talento del calibro di Leonardo che proprio nella Tenuta di Artimino mise a punto l'invenzione dello spiedo, il percorso più recente, l'ultimo miglio, di questa storica azienda vinicola toscana vede da dieci anni la guida di Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, orgogliosi ora di annunciare che "finalmente gli investimenti fatti danno i risultati qualitativi desiderati".

Era il 2012 quando la famiglia Olmo, un brand per i biker di tutto il mondo, con l'arrivo della terza generazione, avviò una impegnativa e costosa riorganizzazione dell'accoglienza della storica Tenuta di Artimino composta da Villa la Ferdinanda location per eventi patrimonio dell'Unesco, l'Hotel 4 stelle Paggeria Medicea, gli appartamenti nel borgo e il ristorante Biagio Pignatta, decideva di intraprendere un importante lavoro di riqualificazione della Tenuta anche sul piano viti-vinicolo.

Francesco Spotorno Olmo viene incaricato dell'aspetto amministrativo, mentre Annabella Pascale di quello produttivo, commerciale e di immagine. Con questa cabina di regia il direttore agronomico Alessandro Matteoli ha dato il via ai reimpianti e alla gestione più accurata dei migliori vigneti.

Oggi l'azienda conta su circa 65 ettari in piena produzione (tra Carmignano e Chianti Montalbano) dove, a seguito di zonazione dei terreni e selezione massale delle viti, sono impiantati in prevalenza Sangiovese e Cabernet e in misura minore Merlot e Syrah. Ma non manca qualche ettaro di vitigni a bacca bianca come il Sauvignon, il Resling, lo Chardonnay ed il classicissimo Trebbiano.

Secondo passo quello della cantina e nel 2015 inizia la collaborazione con un enologo consulente. Filippo Paoletti, grande conoscitore del Sangiovese, per il quale chiede il miglioramento del parco botti con l'aumento del legno di media grandezza (35Hl) oltre ad alcune attrezzature per la vinificazione, ma soprattutto inizia un proficuo lavoro di collaborazione con l'agronomo. Annabella Pascale ha le idee chiare sul tipo di Carmignano che vuole: eleganza, riconoscibilità aziendale e territoriale. Già con il 2015 di Poggilarca e Grumarello l'azienda ottiene risultati incoraggianti, ma è che con il 2016 che si raccolgono recensioni e riconoscimenti al top nelle guide enologiche 2022 per il Grumarello 2016 Carmignano Riserva meritevole, ad esempio, dei Tre Bicchieri. del Gambero Rosso. Ricco il medagliere per dei giovani imprenditori ora riconosciuti dagli addetti ai lavori tra i punti di riferimento più importanti per la Docg Carmignano e non solo. (ANSA).

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