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Cesanese racconta Roma con Arte da bere - Le dimore del vino

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - Raccontare la storia della terra del territorio attorno alla città di Roma e proporre esperienze attorno al vino, in particolare il Cesanese, vitigno autoctono rappresentativo del Lazio con etichette-cult del grande rosso.

E' l'obiettivo del progetto "Arte da bere - Le dimore del vino", presentato presso l'Enoteca Regionale Vyta, a Roma. Un progetto che fa rete coinvolgendo 20 enti, 7 pubblici e 13 privati, tra i quali il Comune di Valmontone, il Comune di Piglio, l'Università "La Sapienza" di Roma, Valmontone Outlet, IIS Gramsci di Valmontone, IISP Rosario Livatino Turistico Alberghiero Cave, IPSSEOA Buonarroti Alberghiero Fiuggi, Associazione Culturale Artenova, Associazione Culturale Xenia, rete di imprese dei Castelli della Sapienza, Monti Lepini e Prenestini, rete di imprese di Valmontone città, Piglio in arte, associazione per la gestione della strada del vino cesanese, azienda speciale servizi integrati comunali, proloco di Valmontone, proloco di Piglio. "Questo progetto - ha detto Pierluigi Cianni, presidente "Bibere de Arte": . parte dall'idea che Il vino è espressione di diversità e ricchezza per un territorio che va da Piglio, capitale del Cesanese, a Valmontone, due città che dedicano grandi eventi al vino (il San Lorenzo Wine Festival a Piglio e Armonie di ottobre a Valmontone) e hanno due dimore storiche da valorizzare come Castello Colonna di Piglio e Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone". Del resto, secondo Roberto Cipresso, noto winemaker e scrittore, "la comunicazione più efficace per il vino di domani è strettamente legata alla contaminazione con arte, storia, cultura che devono correre a braccetto con i misteri che solo un calice di vino riesce ad evocare" Presentato, inoltre, Tartufo più, il progetto lanciato nel 2019 per avvicinarsi al mondo del tartufo e conoscere i segreti di un prodotto d'eccellenza italiano e del Lazio attraverso la degustazione delle creazioni realizzate con tartufi "a km 0" dagli chef Stefano Bartolucci di Rosso Divino e Riccardo Cori e Sonia Pontecorvi di Elle et Lui. Il Lazio è una delle poche regioni in Italia dove si trovano tutte le 9 specie di tartufo, sia bianco che nero, ha ricordato Antonella Parodi, cavatrice di tartufi.

""La presenza de La Sapienza - ha precisato infine Anna Maria Giusti del corso di laurea di I livello in Dietistica - è legata alla cosiddetta "terza missione" delle Università che, oltre ad insegnamento e ricerca, puntanoalla divulgazione dei saperi al di fuori delle mura dell'ateneo per trasferire conoscenze ad un pubblico più ampio. L'obiettivo che ci poniamo è quello di creare attrattività e flussi di cultura che contribuiscano ad arricchire il territorio e far crescere l'economia". (ANSA).

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