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Per il 54% dei giovani il consumo di alimenti conservati riduce lo spreco alimentare

Per il 54% dei giovani il consumo di alimenti conservati può contribuire in maniera importante alla lotta contro lo spreco alimentare. Il sentiment emerge con una ricerca Anicav-Swg sui consumi alimentari giovanili presentata oggi a Napoli in occasione dell'assemblea pubblica di Anicav, associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione del pomodoro tenutasi nel corso dell'annuale appuntamento, Il Filo Rosso del Pomodoro, manifestazione dedicata alla filiera del pomodoro da industria giunta alla sua nona edizione.

Lo studio "I consumatori di domani. Scelte consapevoli e abitudini d'acquisto", condotto su un campione rappresentativo di giovani nella fascia di età 18-26 anni, mette in luce che Il 76% considerano le conserve una parte importante della spesa alimentare. Nel particolare 7 su 10 dichiarano di acquistare frequentemente conserve di pomodoro. Nella scelta delle diverse tipologie la fa da padrone la passata, preferita dal 53% dei rispondenti. A seguire la polpa (23%), i pelati interi (12%) e i pomodorini ciliegini o datterini (9%). Fanalino di coda il concentrato di pomodoro, preferito solo nel 3% dei casi. A condizionare invece l'acquisto al primo posto c'è il prezzo (88%). A seguire il brand (71%) e poi il packaging (55%) e il passaparola (53%). Relativamente all'imballo il preferito risulta il vetro (36%). L'acciaio usato per le lattine si ferma al 14%. Più di 6 intervistati su 10 leggono con attenzione e frequentemente l'etichetta, considerata uno strumento fondamentale di conoscenza del prodotto. Relativamente al fenomeno del caporalato, il 44% ritiene che sia legato alla raccolta dei pomodori, ma solo in certe aree, mentre il 29% lo associa alla totalità della raccolta. Il 15% non ha idea di cosa sia. 

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