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Agroinnova, 10 mln in progetti per mitigare effetti clima

(ANSA) - TORINO, 02 DIC - I cambiamenti climatici rendono le piante e le coltivazioni sempre più vulnerabili agli attacchi degli agenti patogeni, che meglio si adattano alle mutate condizioni. Lo ricorda Agroinnova, il centro di competenza per l'innovazione in campo agro-ambientale dell'Università di Torino che nello studio degli effetti dei cambiamenti climatici ha finora investito in strutture, macchinari e impiantistica 2 milioni di euro e generato progetti per oltre 10 milioni sui quali hanno lavorato oltre 15 persone tra ricercatori, dottorandi e tecnici. Negli studi sono stati utilizzati i fitotroni, le cosiddette 'macchine del tempo', in grado di ricercare le condizioni ideali per condurre le ricerche.

"Alcuni investimenti strutturali e diversi progetti - ha ricordato, nel bilancio di fine anno, il presidente di Agroinnova Angelo Garibaldi - hanno permesso di affrontare il tema dei cambiamenti climatici lavorando su colture economicamente importanti in Italia, come la vite, le orticole e le piante da fiore. Speriamo ce, come facciamo noi da ormai 20 anni, in tanti comincino a lavorare concretamente sulla resilienza al cambiamento climatico".

Tra i casi studio trattati da Agroinnova il punteruolo rosso delle palme, che le falcidiate in Italia, in tutta l'Europa mediterranea e in Medio Oriente, la ruggine del caffè, la Xylella, che ha distrutto tantissimi uliveti in Puglia, la peronospora della patata e della vite. Nel 2020 la direttrice di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino, è stata incaricata dalla Fao di coordinare 11 ricercatori di tutto il mondo e di fare il punto delle ricerche sulla relazione tra malattie delle piante e cambiamenti climatici, disegnando una strategia a uso dei decisori politici.

"Le aziende agricole hanno necessità di queste ricerche - spiega Vittorio Viora, consigliere di Confagricoltura Piemonte, vicepresidente Anbi e membro del comitato scientifico di Agroinnova - il cambiamento climatico e la lotta ai parassiti vegetali quanto mai necessitano di ricerche sul campo e in collaborazione con le aziende agricole". (ANSA).

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