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Alimentare: Ismea, torna la fiducia nonostante i costi da record

Dopo due anni torna ad aumentare nel terzo trimestre la fiducia degli agricoltori e degli imprenditori dell'industria alimentare nonostante l'impennata dei costi di produzione dovuta ai listini delle materie prima alle stelle da diversi mesi. Lo evidenzia l'Ismea nel rapporto AgriMercati, segnalando rincari record dei prodotti energetici e delle altre materie prime, rispettivamente del 70% e del 57%.

Per le aziende agricole, l'indicatore Ismea si è portato su terreno positivo, soprattutto per il miglioramento delle aspettative per il futuro. Una netta evoluzione dell'indice di fiducia interessa anche l'industria alimentare, grazie in particolare ai giudizi sul decumulo delle scorte, dietro la spinta di un export che avanza a ritmo sostenuto.

Un settore che comunque deve affrontare una situazione non facile L'indice Ismea, infatti segnala l'incremento dei listini agricoli nel terzo trimestre del 14,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sintesi dell'aumento di quasi il 20% dei prodotti vegetali e del 10% di quelli zootecnici. Sul fronte dei mezzi correnti di produzione, l'aumento tendenziale è del 7,2%, di riflesso ai rincari dei prodotti energetici (+24,4%), dei mangimi (+8,4%) dei ristalli (+7,3%) e dei concimi (+10,8%).

Nel terzo trimestre, il valore aggiunto del settore primario ha subito un lieve arretramento su base annua (-1%), mentre il numero di occupati è rimasto per lo più stabile sul livello dell'analogo periodo del 2020 (+0,3%), a fronte di un lieve calo delle ore lavorate (-0,5%).

Una fiducia dove pesa molto il buon andamento delle vendite dei prodotti agroalimentari all'estero. Le esportazioni del settore, segnala l'Ismea infatti, hanno raggiunto a settembre 2021, il valore di 37,7 miliardi di euro (+12,6% su base annua), lasciando prevedere il raggiungimento di valori record e il superamento della soglia dei 50 miliardi di euro a fine anno.

La crescita delle spedizioni ha riguardato tutte le principali produzioni del made in Italy, tra cui in particolare i vini (+15,5% in valore, +8% in volume rispetto al periodo gennaio-agosto 2020), i formaggi e latticini (+11% in valore, +9% in volume) e i prodotti della panetteria e pasticceria (+18% in valore e +16% in volume). Hanno subìto, invece, una battuta d'arresto le spedizioni oltre confine di pasta (-9% in valore, pari al -14% in volume) e dei preparati e conserve di pomodoro (-2% in valore, -10% in volume), per i quali il confronto avviene con un anno in cui l'export aveva raggiunto valori particolarmente alti.

 

 

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