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Marche, ok a legge enoturismo, fa squadra Food Brand Marche

L'agroalimentare marchigiano, comparto che rappresenta il 12% del Pil regionale, ha nuovi strumenti legislativi e promozionali per fare il salto di qualità. All'unanimità il Consiglio regionale ha approvato, il 9 novembre scorso, la legge sull'enoturismo, è in fase di decollo il Distretto del cibo e del biologico più grande d'Italia con 2100 imprese aderenti, e accelera i programmi di promozione Food Brand Marche, marchio ombrello che raccoglie e promuove 32 prodotti certificati della regione facendo squadra, da Gabicce a San Benedetto del Tronto, tra i produttori di vino, olio, carni, formaggi, legumi, tuberi, olive, pasta, bio, presidi Slow Food, ortofrutta, salumi, che insieme, come precisato dal presidente Antonio Centocanti, rappresentano il 50% della produzione territoriale per un fatturato di 850 milioni di euro e vengono descritti nella app "percorsi del gusto".

A fare il punto, in un convegno a Urbania (Pesaro-Urbino), sull'evoluzione del comparto enogastronomico marchigiano l'assessore regionale all'Agricoltura Mirco Carloni, vice presidente della giunta: "insieme all'avvio del distretto del biologico, la regione si candida a diventare un pioniere internazionale per la promozione dei prodotti locali e per il turismo legato alle eccellenze agricole dei territori.

L'attività enoturistica può e deve attivare un circolo promozionale virtuoso, in grado di amplificare le caratteristiche di eccellenza dei vini legati alla cultura, alla tradizione, e alla storia degli areali produttivi".

Alla presenza dei sindaci di Urbania, Acqualagna, Pergola, Sant'Angelo in Vado, l'appello alla coesione sociale di Carloni: "abbiamo bisogno di uniformità laddove tante diversità e eccellenze possono diventare una fragilità. Non possiamo ripetere l'errore di andare in ordine sparso tra i diversi territori, è tempo di percorrere una strada condivisa e sono convinto che il vino sarà un driver di comunicazione, ma sarà fondamentale migliorare l'accoglienza. La legge sull'enoturismo, con l'opposizione che ha dato oggettivi contributi e fondi per 3,5 milioni di euro, prevede attività formativa in favore dell'offerta, ma anche semplificazione: si potrà finalmente fare mescita nei luoghi di produzione. E in questi cammini culturali del vino fondamentali saranno i link con gli artigiani, le eccellenze, le strutture ricettive, i Gal. Insieme, con collaborazioni pubblico/privato, vogliamo creare valore aggiunto". Programma condiviso dal direttore di Food Brand Marche Alberto Mazzoni, anima dell'Istituto Marchigiano del Vino, che ha sottolineato come il comparto vitivinicolo sia "vivo, vegeto e coeso, pronto a condividere l'esperienza consortile con realtà da strutturare" come quella dei maccheroni di Campofilone.

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