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Carne in provetta: Patuanelli, non è questo il futuro del cibo

"Penso che non sia questo il futuro dell'alimentazione del Pianeta. La strategia One Health non significa One Diet, non significa produrre cibo sintetico in fabbrica o in laboratorio. Significa usare le nuove tecnologie che ci sono per aumentare la sostenibilità delle produzioni agroalimentari, significa continuare a produrre cibo in modo naturale dall'agricoltura e dai prodotti della terra, questo si lega un po' al tema dell'etichetta...che poi si vuole spingere il consumatore in una direzione che secondo noi è quella sbagliata". Così il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, rispondendo a una domanda, durante il salone Tuttofood in corso a Milano, in merito a quanto denunciato ieri dalla Coldiretti secondo la quale c'è uno stanziamento da parte dell'Unione europea di due milioni di fondi pubblici a due aziende private per il business della cosiddetta carne in provetta.

Il cibo sintetico è la fine dell'agricoltura
"Se i progetti internazionali di produzione di cibo sintetico ci portano a dire che c'è una dieta sola per tutti, che c'è una sola produzione possibile, allora se questa è la strada tra 50 anni l'agricoltura semplicemente non ci sarà più. E questo da noi non sarà mai accettato". Lo afferma Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali. "L'innovazione non è un metodo per superare la produzione naturale di cibo - spiega Patuanelli durante l'incontro 'La filiera agroalimentare, un traino per la ripartenza del Paese' organizzato da Coldiretti e Filiera Italia durante Tuttofood, in svolgimento negli spazi di Fiera Milano a Rho-Pero - e questo è un rischio" al quale il sistema Paese deve essere preparato. "Ho passato alcune ore di tempo con il presidente Draghi per stimolarlo a intervenire, ma non ne aveva bisogno", aggiunge Patuanelli, precisando che "l'intervento fatto alla Camere della scorsa settimana ha messo al centro" anche questi argomenti. Su un altro fronte, il ministro delle Politiche agricole conclude che "se è informazione, l'etichettatura è fondamentale, ma se è condizionamento è una cosa tra le più nocive che possano esserci", spiega Patuanelli tra gli applausi dei numerosi iscritti alla Coldiretti che hanno assistito all'incontro.

 

 

 

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