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La Tarese del Valdarno incontra Beve Rino ad Arezzo

(ANSA) - ROMA, 13 OTT - Ancora una volta la Toscana offre la residenza ad un presidio Slow Food, unico al mondo.

La Tarese del Valdarno, un eccellente prodotto che nasce a Bucine, in provincia di Arezzo, nel Valdarno che volge a Firenze. Questa pancetta dalle dimensioni inusuali ha origini antichissime, quando la refrigerazione non esisteva e l'unico metodo di conservazione era la salatura. Il rigido protocollo di lavorazione prevede ed impone l'uso di suini dal peso vicino ai 200 kg, allevati allo stato brado in spazi enormi, fattore che porta alla creazione manuale della Tarese dalle dimensioni di circa 50 cm per 80 per lato.

La lavorazione della carne prevede numerose fasi, dalla disossatura all'assemblaggio di più parti pregiate del suino, quali la spalla, il prosciutto, l'arista, il lardo. Il pezzo creato è poi trattato con una prima mistura di pepe, aglio rosso macinato grosso, ginepro ed altre spezie, in alcuni casi anche le scorze di arancio e poi la ricca salatura. Dopo la salatura, che dura 10 giorni, il pezzo realizzato viene lavato, fatto asciugare e massaggiato con aglio e spezie, con successiva stagionatura che dura dai due ai tre mesi.

Il sapore è unico, al palato la morbidezza ed unicità del gusto rende la Tarese un prodotto unico, nel mondo, per storia, lavorazione e gusto. Solamente tre aziende familiari, tutte situate nel Valdarno aretino nei comuni di Bucine, Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini, e tra queste la Macelleria Sani di Bucine, producono ad oggi nel mondo questa prelibatezza.

E la Tarese è stata la protagonista di una degustazione gourmet organizzata ad Arezzo, in pieno centro, nello storico locale La Formaggeria, gestito da Sergio Spiganti e Alessandro Visi, dove è stata festeggiata l'avviatura di due pezzi di Tarese, tagliata a mano con grande maestria da Gianmarco Sani.

Con l'occasione, alla Tarese era stato abbinato un rosso toscano, non filtrato, prodotto a Terranuova Bracciolini (Ar), dalla fattoria Laura Panichi, vino di corpo e di compagnia, con l'etichetta Beve Rino proprio in onore al Rinoceronte che più di altri animali rappresenta la resilienza e resistenza di questo difficile periodo. La Tarese del Valdarno un presidio slow food da assaggiare e tutelare. (ANSA).

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