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Da Castello della Mugazzena vini bio per ritorno alla natura

 - Fiabesca la sede, il Castello della Mugazzena in località Fola di Tresana (Massa Carrara), nel cuore incontaminato della Lunigiana, ispirate ai romanzi di Rabelais le prime due etichette - Gargantua Igt Toscana e Pantagruel Igt Toscana - di un'azienda vinicola giovane ma con un percorso di crescita costante, come sottolineato in un incontro online dal fondatore, Santo Gentilcore. "Tutta la vita ho fatto il medico - racconta - sono chirurgo generale, ma dopo 34 anni di professione, ho deciso di dedicarmi ad altro. Derivo da una famiglia di latifondisti del Sud, facevamo grano nel beneventano, e il paesaggio bucolico è una cosa che ti rimane dentro. Inoltre la Lunigiana è simile al Sannio come clima e paesaggi e qui ho dapprima salvato dall'abbandono ulivi secolari per poi arrivare alla prima vendemmia nel 2016. Produco vino perché la vite riesce a dar vita ad una stupefacente alchimia: estrae contemporaneamente la vera essenza della terra, l'energia dal sole, la quiete dalla notte con la sua fresca brezza ed è in grado trovare da sola l'acqua necessaria per il suo sostentamento. La vite è la vita che scorre in un perfetto equilibrio, scandito da notte e giorno e dall'alternanza delle stagioni. I miei Gargantua e Pantagruel rivendicano un ritorno alla natura".

L'azienda è interamente gestita secondo i dettami dell'agricoltura biologica. La zona è impervia e fredda, le uve maturano tardi e abbiamo la fortuna di avere foglia fino a fine corsa, riuscendo poi a tirare fuori i profumi in cantina. Così per produrre vini montani siamo andati a cercare la freschezza, con una bella spalla acida, piuttosto che il volume. L'idea è di non fare quantità, ma di tirare fuori solo il buono. Scegliendo con l'enologo Maurizio Saettini di non scimmiottare niente e nessuno ma di far esprimere al meglio la natura". L'azienda, con agriturismo, si estende per centoquaranta ettari in un ambiente ricco di biodiversità; oltre ai vigneti, comprende quercete e un bosco di castagni con piante centenarie e l'oliveto storico. Santo Gentilcore, titolare dell'azienda, ha sempre amato la natura, e negli anni ha creato una vera e propria oasi per salvaguardare, oltre alla fauna indigena (tassi, istrici, caprioli, rane, etc.), alcune specie animali esotiche a rischio di estinzione. Inizialmente è nata come un'azienda agricola per l'allevamento dei cavalli da salto ostacoli poi, con grandi investimenti e un impegno costante, si è portato avanti un progetto di più ampio respiro per preservare e valorizzare l'area a pochi passi dal Parco dei Cento Laghi e molto vicino al Parco delle Cinque Terre. (ANSA).

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