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Patuanelli, necessario un salto di qualità verso l'agricoltura 5.0

ROMA - "L'agricoltura è il terreno più fertile per declinare la transizione ecologica e quella digitale e ora bisogna fare subito un salto quantico verso l'innovazione del settore primario, parlando di 5.0". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentare e forestali, Stefano Patuanelli, intervenuto al convegno "Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità".

Si tratta, ha spiegato il ministro, "di una nuova rivoluzione nel settore primario perché ci sono le condizioni affinché questo settore partecipi alla transizione ecologica attraverso i servizi digitali e tutti quei sistemi che consentono oggi di preservare le matrici ambientali, aumentando la capacità produttiva dei terreni ma al contempo riducendo l'utilizzo di quelle parti che poi hanno difficoltà a rigenerarsi. Pensiamo solo a come la sensoristica possa incidere sul risparmio della risorsa acqua, andando a verificare il fabbisogno irriguo della singola piantumazione attraverso un sistema di intelligenza artificiale".

Altra sfida che dobbiamo vincere, ha ricordato Patuanelli è "recuperare la presenza agricola nelle aree interne, grazie anche a quell'interruzione dovuta alla pandemia del percorso di spostamento delle popolazioni sempre più verso le grandi metropoli, riappropiandoci dei territori grazie ai servizi digitali che potremo offrire ai cittadini e alle aziende. Per farlo dobbiamo integrare la nostra rete digitale, la banda larga deve arrivare in ogni singolo territorio".

Senza agricoltura precisione l'Italia perde il primato
"Se non ci spostiamo velocemente verso l'agricoltura di precisione rischiamo i perdere il dominio italiano nel settore agroalimentare che è forse l'unico in cui siamo i primi della classe". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentare e forestali, Stefano Patuanelli, intervenuto al convegno "Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità", dove è stato tracciato un percorso a tutto tondo che deve però essere accompagnato da una transizione istituzionale. "Le istituzioni in questa rivoluzione tecnologica - ha detto il ministro Patuanelli - dovranno tenere il passo, il ché significa saper allocare le risorse ma anche andare ad incidere nel quadro legislativo. Bisogna fare in modo che queste tecnologie, che si sviluppano molto rapidamente, trovino un terreno normativo che consenta il loro pieno utilizzo; penso ad esempio ai trattori a guida autonoma dove oggi è d'obbligo avere a bordo il trattorista cosa che nel prossimo futuro non lo sarà o all'utilizzo degli esocheletri in agricoltura". Altro elemento su cui si è soffermato il ministro sono i tempi diversi della formazione e dell'innovazione. "Il rischio è che la velocità delle tecnologie - ha detto - sia superiore alla capacità di formazione delle persone che noi abbiamo. Su questo dobbiamo metterci la testa subito perché altrimenti perdiamo occasioni di utilizzo di tecnologie emergenti con il rischio di essere tagliati fuori". Non è una questione di risorse economiche, ha detto infine Patuanelli, ricordando quelle della Pac, della programmazione dei fondi strutturali e del Recovery, "ma di come le investiamo e dove le allochiamo e lo dobbiamo fare in questo passaggio verso l'innovazione".

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