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Sostegno di 15 Regioni a Patuanelli sui fondi Programma di sviluppo rurale

"Va mantenuto lo status quo del riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale (Psr) per il biennio di transizione 2021-202 perchè non si avvia una nuova Pac rinviata al 2023, ma si tratta di un mero proseguimento delle regole 2014-2020". E' questa la prima delle quattro motivazioni con cui gli assessori all'Agricoltura di 15 Regioni e Province autonome "non accolgono le argomentazioni delle 6 regioni sulla ripartizione dei fondi Psr", appoggiando l'impostazione data dal dicastero in una lettera sostegno al ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e al commissario europeo per l'Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Nel corso dell'ultima seduta della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, infatti, la proposta del ministro era stata bocciata da sei Regioni che, si legge nella lettera, "si ostinano a pretendere esclusivamente l'applicazione del riparto 'storico', impedendo di addivenire a un'intesa".

Tra le altre motivazioni, le 15 Regioni precisano che "gli obiettivi dello sviluppo rurale non riguardano la competitività del settore agricolo ma esclusivamente il miglioramento delle condizioni delle aree rurali nelle Regioni più depresse socio-economicamente". Sul fronte specifico degli strumenti previsti dalla Pac spiegano che "il Feasr (il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e i Psr rientrano nelle politiche di coesione 2014-2020 e perciò i criteri per il riparto delle risorse devono essere analoghi a quelli degli altro Fondi strutturali e di investimento europei e tener conto del livello di disoccupazione, del Pil procapite, della densità di popolazione e delle carenze strutturali". Infine su legge nella lettera d'appoggio al ministro, "non si tiene conto che le risorse per l'agricoltura soprattutto quelle del primo pilastro della Pac si concentrano maggiormente a nord e nelle Regioni forti del Paese". A firmare la lettera sono gli Assessori di Sardegna, Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, le province autonome di Trento e di Bolzano e Toscana. (ANSA).

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