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Agricoltura, anche in pandemia cresce l’impegno per la sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) - Il 98% delle imprese agricole italiane, dichiara di aver attuato almeno un progetto volto ad un più efficiente uso delle risorse, riduzione dei consumi di materie prime e di acqua, efficientamento energetico. Il 50% delle imprese si è adoperata per ridurre emissioni e inquinamento, e il 56% lavora per mitigare i rischi idrogeologici. E' quanto emerge dal Rapporto AGRIcoltura100 realizzato da Confagricoltura e Reale Mutua Assicurazioni.
Il rapporto racconta l'approccio alla sostenibilità di un settore cruciale per l'economia italiana, che 73 miliardi e dà lavoro a 3,5 milioni di persone, mentre l'intera filiera vale il 15% del Pil. Il campione del rapporto è composto 1.850 aziende, sulle circa 715 mila operanti nel nostro Paese, ha determinato un indice basato su 17 ambiti e 234 variabili. Quattro le aree di valutazione: ambiente, società, gestione dei rischi e relazioni, e qualità dello sviluppo.
Complessivamente, le imprese con un livello di sostenibilità elevato, rappresentato da indice superiore a 30 punti sono il 17,8% delle imprese agricole. Segue il raggruppamento delle imprese con un livello di sostenibilità medio-alto, con indice compreso tra 20 e 30: il 30,3% del totale. Seguono le imprese di livello medio (indice tra 10 e 20), le più numerose: 34,8%. Infine, le imprese che muovono i primi passi nell'orientamento alla sostenibilità (indice inferiore a 10): sono il 17% del totale. Nell'insieme, le imprese con un livello di sostenibilità alto o medio-alto sono quasi la metà del totale (48,1%).
L'impegno per la sostenibilità nemmeno il Covid l'ha fermato. Siamo rimasti al secondo posto in Europa per Pil prodotto, confermandoci al primo posto per numero di prodotti Dop Igp, ben 824 prodotti di cui 524 vini. Questo perchè il 57,9% delle imprese ha continuato a lavorare durante la pandemia, mentre solo l'11% si è fermato, mentre il restante 31,1% delle imprese ha fermato la produzione temporaneamente.
Pur non essendosi fermate, le aziende dal Covid-19 hanno appreso una serie di lezioni importanti: dare la priorità alla qualità del prodotto per garantire la salute dei consumatori (per il 90,4% degli intervistati), aumentare l'impegno per la protezione dell'ambiente (82%), occuparsi maggiormente della filiera e fare rete tra imprese (79,5%), investire maggiormente nell'innovazione (78,8%), rafforzare l'impegno sociale a sostegno dei lavoratori e della comunità (67,7%).
Iniziano poi a diffondersi in agricoltura le soluzioni di economia circolare: tra il 5 e il 10% delle imprese agricole dichiarano di partecipare a sistemi collettivi condivisi di approvvigionamento, logistica o vendita.
In un sistema più sostenibile e avanzato, diventa essenziale l'impegno delle imprese nella valorizzazione del capitale umano, il 67,5% fornisce attività di formazione professionale ed extraprofessionale dei lavoratori, cooperazione con la scuola per l'inserimento dei giovani, attività di formazione sulla sostenibilità anche aperte a utenti esterni. Sul fronte della salute e dell'assistenza, il 50,3% delle aziende agricole gestisce fondi e assicurazioni sanitarie, servizi sanitari, di prevenzione e di assistenza mentre previdenza e protezione sono state attivate dal 47,9% degli intervistati. Nello specifico delle polizze assicurative, quelle di responsabilità civile sono segnalate dal 47,0% delle imprese, mentre il 40% delle imprese sottoscrive polizze a protezione delle macchine agricole (45,6%), le polizze contro gli eventi atmosferici (44,2%) e le polizze a protezione delle dotazioni aziendali (42,8%).
Tra le imprese che praticano l'allevamento, il 18% si è tutelato dalle malattie degli animali e dai costi di smaltimento. Dove il settore resta indietro, è nella presenza di lavoro femminile: il 59,4% delle imprese impiegano meno del 25% di donne sul totale dei lavoratori, 24,1% impiegano una quota di donne compresa tra il 25 e il 50%, 16,5% impiegano oltre il 50% di donne.
La sostenibilità, valutata invece a livello strettamente ambientale, evidenzia come per quanto riguarda l'ottimizzazione e la riduzione dell'uso dell'acqua, il 31,7% delle imprese adotti 'irrigazione a goccia, l'irrigazione localizzata e a bassa pressione è adottata dal 20% delle imprese, e si diffonde sempre di più il recupero delle acque piovane. Un quarto delle imprese (25,9%) monitora i consumi elettrici, mentre il 20 circa segnala processi, sistemi e tecnologie a favore dell'efficientamento energetico e l'uso di macchine agricole a basso impiego di combustibile.
(ITALPRESS).

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