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Coldiretti, con caldo in pieno inverno arrivano già primizie

(ANSA) - ROMA, 27 FEB - Fave, asparagi e piselli ma anche cipollotti, carciofi e fragole: i cambiamenti climatici sconvolgono i cicli stagionali della natura e la spesa degli italiani, con l'arrivo sui banchi delle primizie di un mese in anticipo per effetto di un inverno anomalo che ha mandato in tilt le colture. La raccolta di zucchine e fragole nel Lazio è già avviata e in Campania sono arrivati molto prima del tradizionale appuntamento del primo maggio gli asparagi, così le fave in Sicilia.

E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici con un lungo anticipo di primavera.

"Nelle campagne laziali si trovano così - sottolinea la Coldiretti - anche gli agretti oltre agli asparagi, arrivati almeno quindici giorni prima del normale, mentre nel Napoletano e in Sicilia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono pronti al consumo. In Calabria ci sono già - continua Coldiretti - cipollotti, carciofi e fragole come in Sardegna dove si raccolgono anche gli spinaci. Il caldo fuori stagione - sottolinea la Coldiretti - ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell'anno".

"L'agricoltura - sottolinea la Coldiretti - è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali".

Con il carrello degli italiani che al tempo del Covid è diventato sempre più green, come dimostra l'incremento dell'11% degli acquisti di frutta e dell'8,4% di quelli di verdura, secondo un'analisi Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi 9 mesi del 2020, è allora importante fare attenzione a ciò che si compra e non cadere, conclude l'associazione, nell'inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy. (ANSA).

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