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Con uscite ridotte addio a 1/3 del pesce italiano

"La drastica riduzione delle giornate di pesca a circa 130 all'anno mette a rischio il futuro della flotta a strascico italiana, il segmento più importante per occupazione e produzione ittica". E' quanto denuncia Coldiretti Impresapesca dopo la pubblicazione del decreto della Direzione Generale della Pesca e dell'Acquacoltura del Ministero delle Politiche agricole "che impone un nuovo taglio all'attività di pesca nei mari italiani colpendo un settore che ha già pagato un conto da 500 milioni di euro all'emergenza Covid".

"Con la riduzione delle uscite della flotta nazionale operante con sistemi a traino - sottolinea Coldiretti - le giornate di effettiva operatività a mare passano a non più di 130/160 giorni di media all'anno. Un numero di giornate che varia da zona di pesca a zona di pesca (Gsa) e dimensione delle barche e che rende non più sostenibile l'attività di pesca per la flotta nazionale, considerata anche l'assenza di sostegni e di ammortizzatori.

Coldiretti-Impresapesca chiede, non appena insediato il nuovo Ministro, "che si possa, nel più breve tempo possibile, affrontare il problema delle giornate di pesca, rinegoziando la riduzione oppure dando le opportune coperture di sostegno alle imprese costrette alla inattività. Va infine valutato - aggiunge - il danno che tale restrizione sta causando a tutta la filiera ed alle imprese che operano a monte ed a valle della produzione. Con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo le importazioni dall'estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelle tricolori"

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