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Birra: settore chiede detassazione per rilancio fuori casa

Il settore della birra chiede al governo una detassazione per rilanciare il consumo 'fuori casa' colpito dalla crisi del Covid. Un appello a ripensare la fiscalità della birra arriva dalla filiera ma in particolare dai settori Ho.Re.Ca. e distribuzione, che non considerano adeguati gli aiuti ricevuti in questi mesi.
Un sondaggio di Fondazione Birra Moretti a 135 soggetti tra proprietari e lavoratori dell'Ho.Re.Ca. e del settore della distribuzione indica che circa il 15% delle aziende è stata costretta a licenziare, percentuale che sale a 19,2% nel caso del solo Ho.Re.Ca. Per il 40% del campione, gli aiuti non sono stati per nulla adeguati, mentre il 70% di chi lavora nell'Ho.Re.Ca. investirebbe volentieri nell'impresa i benefici di una minore accisa. Per poter sopravvivere, chiedono agevolazione sugli spazi, riduzione dell'Iva e dell'accise, incentivi per impianti sulla birra in fusto, agevolazioni sul vuoto a rendere e sulla mobilità. "La birra, bevanda socializzante per eccellenza, è stata colpita alla crisi proprio nel suo momento di massima espansione. La situazione è preoccupante - ha sottolineato Wietse Mutters, amministratore delegato di Heineken Italia, - e parte dal fuori casa, dove le prospettive sono incerte e migliaia di operatori sono in crisi, ma tutta la filiera ne risente a monte passando dall'industria fino ad arrivare all'agricoltura. Per guardare al futuro con più fiducia, sosteniamo le richieste al Governo di AssoBirra perché il settore torni trainante per la ripresa del Paese". Nei mesi della pandemia i produttori di birra, con un importante sforzo logistico, hanno messo in sicurezza i dipendenti per mantenere 'accesi' i birrifici e garantire alla Gdo regolare fornitura di prodotto. Ma il sostanziale blocco del canale Ho.Re.Ca. non è stato compensato dalle vendite del canale moderno.

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