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Vino: Velenosi è e resta azienda a conduzione familiare

(ANSA) - ROMA, 16 OTT - Nata nel 1984 dal sogno di una coppia di giovani imprenditori, Angela ed Ercole Velenosi, che hanno creduto nella vocazione vinicola del territorio Piceno, nelle Marche, si conferma oggi un'azienda a conduzione familiare che avvia il ricambio generazionale col ritorno in azienda, dopo diverse esperienze all'estero e in Francia in particolare, prima della figlia Marianna, nei ruoli di marketing e amministrazione, e ora del fratello Matteo, nuovo responsabile della Ricerca &Sviluppo in vigna e cantina, dove rimane consulente enologo un winemaker del calibro di Attilio Pagli, premiato dall'autorevole rivista Wine Spectator. "Per un azienda di 45 dipendenti sono consapevole che - ha detto Angela Velenosi - da fondatrice potrei diventare nel tempo un limite. Oggi con i miei figli c'è la certezza che l'azienda potrà andare avanti. E' stata una loro scelta, che mi ha sorpreso e dato gioia, e siccome in azienda tutti mi vogliono bene, impareranno a volermi bene come mamma e come titolare". Un pensiero lungo e di prospettiva che ha sempre caratterizzato questo brand-apripista che produce 2,5 milioni di bottiglie con export in 55 Paesi ed è ora una delle aziende di riferimento del vino non solo nelle Marche ma del Vigneto Italia.

La squadra, e la gamma dei vini che spazia dalla Gran cuvèe Metodo Classico a chicche della tradizione del Querciantica Vino e Visciole, sono state presentate a Roma, in abbinamento al menu di Anthony Genovese del ristorante bistellato "Il Pagliaccio". Nell'occasione in degustazione una verticale di tre annate del Roggio del Filare Rosso Piceno Doc Superiore, il vino di punta, definito da Angela "il mio gioiello" e che deve l'etichetta a una licenza poetica dai versi di Pascoli e ha una bottiglia brevettata che riproduce il taglio di un raggio di sole. "Ne produciamo 45mila bottiglie da un unico appezzamento di sei ettari, e ci stiamo attrezzando - ha annunciato - per farne molte di più. Dal 2019 è in invecchiamento una produzione similare, e in generale è stiamo studiando un nuovo packaging". La Velenosi sta credendo molto anche nel Pecorino prodotto in ben cinque interpretazioni, sia nelle Marche che nelle colline Teramane. "Solo nelle Marche però c'è la Docg di questo vitigno autoctono del Piceno" ha precisato Marianna Velenosi, ricordando che le prime barbatelle furono trovate a 400 metri di altezza ad Arquata del Tronto, ora alle cronache per i danni del terremoto.

La new entry, Matteo Velenosi che, dopo una formazione dall'enologo Cotarella è appena tornato dalla Borgogna con una esperienza sui lieviti e i saccaromiceti, ha avviato la novità aziendale della fermentazione in barrique e si occupa personalmente del batonnage delle bollicine. "Oltralpe le prime importanti esperienze ma dovendo scegliere, preferisco lavorare per i vini italiani" ha detto. (ANSA).

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