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Agricoltura: Anbi, acqua necessaria ma no deregulation pozzi

(ANSA) - ROMA, 09 OTT - "I cambiamenti climatici pongono l'Italia come front office del pericolo di desertificazione nell'area del Mediterraneo; l'agricoltura italiana ha crescente bisogno di acqua, cui non si può rispondere incrementando i prelievi dalla falda attraverso i pozzi, perché ciò comporta pericolose conseguenze sull'equilibrio idrogeologico di terreni già fragili; per questo, chiediamo alla politica precise scelte di investimento in favore dell'irrigazione collettiva come quella gestita dai Consorzi irrigui e di bonifica". A evidenziare i pericoli della "deregulation dei pozzi" e la necessità di una forte attenzione in Europa è l'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (Anbi) attraverso le parole del Direttore Generale, Massimo Gargano, intervenuto ad un convegno sul futuro dell'irrigazione, organizzato ad Arezzo dal Consorzio di bonifica Alto Valdarno. Nell'occasione, annuncia l'Anbi in un nota, il neo Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha voluto siglare, tra i primi atti, il Patto per l'Acqua, impegnandosi a creare nuove infrastrutture irrigue.

"Altrettanto significativo - prosegue il Dg di Anbi - è il ribadito impegno della Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova per valorizzare le aree interne ed invertire la tendenza all'abbandono, favorendo, attraverso la multifunzionalità agricola, la resilienza e la vitalità delle aree rurali in un'ottica di salvaguardia del territorio. Nella strategia di futuro per il sistema Paese può essere un'opportunità importante anche per l'occupazione." In previsione degli impegni per il Recovery Fund, i Consorzi di bonifica ed irrigazione hanno presentato al Governo 858 progetti definitivi ed esecutivi, cioè cantierabili, per l'efficientamento della rete idraulica nazionale; potrebbero garantire oltre 21.000 posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro. "E' un contributo concreto per un Paese, che è agli ultimi posti nella capacità di utilizzo delle risorse europee - conclude Gargano - Dopo di noi, solo Croazia, Romania e Spagna." (ANSA).

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