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I 100 anni della Garbatella hanno gusto pop di Roma Baccalà

(ANSA) - ROMA - Dopo i mesi di lockdown la celebrazioni per i primi 100 anni della Garbatella, cuore pulsante della convivialità e ristorazione di Roma Sud, ripartono col gusto pop del baccalà, una specialità ittica che sa raccontare tradizioni culinarie di diverse regioni italiani, dal Veneto alla Calabria, e la storia della cucina ebraico romanesca oltre che l'economia dei principali Paesi produttori: Danimarca, Norvegia, Groenlandia, Islanda e Canada. Fino a domenica 13 settembre "Roma baccalà" promette, da una idea di Francesca Rocchi in collaborazione con l'ottavo Municipio di Roma Capitale, "cultura e gioie degustative tra irresistibili connessioni tra cibo, religione, storia, miti e casualità".

Con la partecipazione degli osti pluripremiati da Slow Food: Antonello Magliari dell'Hosteria Il Grappolo d'Oro, Vincenzo Mancino di Proloco Trastevere, Flavio De Maio dell'osteria Flavio al Veloavevodetto, Tommaso Pennestri della trattoria Pennestri, nonché Massimo Pulicati e la moglie Marialuisa Zaia dell'Oste matto. Cinque maestri del gusto e un'unica cassa a sottolineare la capacità di fare squadra e festa di questo dream team che presentano le loro versioni, dal mantecato con cialda di rosmarino e peperone arrosto alle lasagne con baccalà, pesto e patate. Attorno piatti, tanto street food dal cuoppo di zeppoline alle olive ascolane al baccalà fino ai panzerotti a tema.

"Il baccalà è uno dei piatti più cucinati al mondo, capace di unire i popoli. Questa festa è differente, - sottolinea dal team organizzativo Luca Broncolo - racconta gli aspetti culturali, l'intreccio tra storia e religione, e convivialmente mette insieme sia i volti delle trattorie sia usi e costumi internazionali, dalla Norvegia al Gambia".

Tra i focus da non perdere quello sui falsi miti della cucina kosher a cura di Giovanni Terracina, il forum tra le Accademie di Venezia, Vicenza, Napoli e Genova, il duello tra baccalà e aringa narrato dall'antropologa Lucia Galasso, la cucina rinascimentale e i banchetti di Carlo V ripercorsi dalla storica dell'alimentazione Sandra Ianni. Inoltre sabato sera l'Ambasciata di Norvegia presenta la cucina del Paese nordico con lo chef Vegard Felstad.

Se la tradizione è tanta, il futuro di questa filiera ittica ha però incertezze. "Vogliamo sostenere, aggiunge Rocchi che è una veneziana cresciuta a baccalà mantecato - un consumo ittico un po' in declino negli ultimi cinque anni, insieme alle produzioni di olio di qualità messe in ginocchio dalla pandemia, ma anche capire e valorizzare i punti di forza di un pesce bianco e senza spine". Il Centro Agroalimentare Roma, ha detto il dg Fabio Massimo Pallottini, sostiene, rifornendo ogni giorno con prezzi trasparenti le pescherie di Roma, il consumo del prodotto fresco perché fa bene e perché è una delle principali filiere della tradizione alimentare italiana. (ANSA).

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