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Vino: -8,9% in Germania e -13,3 in Uk nel primo quadrimestre

(ANSA) - VERONA - Primo quadrimestre 2020 amaro per l'export del vino sulle due principali piazze europee, Germania e Regno Unito: - 8,9% per i primi e -13,3% per i secondi. Ma aprile è stato ancora più nero: -19,7 in Germania e -17,5% in Uk. Lo rileva l'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base di dati delle dogane nel fotografare un lockdown amaro per gli scambi di vino su scala globale nelle due principali piazze europee.

Anche l'Italia sconta perdite consistenti ma limita i danni, a dimostrazione di un assortimento dell'offerta più variegato, in particolare sul canale della gdo. Nei 4 mesi cede infatti a valore l'1,3% in Germania e il 15,6% in Gran Bretagna, mentre in aprile il calo è rispettivamente del 12,8% e del 6,5%.
L'Italia, comunque, ha avuto una maggior capacità di tenuta rispetto al principale competitor, la Francia. Ne consegue una crescita delle quote di mercato in Germania (dal 36,8% al 39,9%) e una sostanziale tenuta delle stesse in Uk.Il prezzo medio, però, cala del 18% in Gran Bretagna e del 7% in Germania ad aprile rispetto al trimestre precedente. 

"La pressione sui prezzi è preoccupante - spiega Denis Pantini, responsabile dell'Osservatorio -, a testimonianza del fatto che i retailer stanno facendo pressione sui produttori anche alla luce dei primi segnali di recessione che si stanno delineando in questi Paesi e che giocoforza andranno ad incidere pure sugli acquisti di vino". "È determinante non interrompere il dialogo con i nostri interlocutori di mercato - rileva Giovanni Mantovani, dg Veronafiere -. a questo serve wine2wine Exhibition&Forum, un evento dinamico e innovativo basato sull'interazione b2b digitale e fisica che comincia ora e termina in fiera a Verona il 22-24 novembre, con il prologo di Operawine realizzato con Wine Spectator". Profondo rosso ad aprile per i transalpini, che cedono a valore circa il doppio della media: -40,2% in Germania e -38,6% in Uk. Un decremento confermato anche nel quadrimestre, con Parigi a -19,8% nell'import teutonico e -24,9% nella domanda Uk. Va meglio invece alla Spagna e alla Nuova Zelanda, quest'ultima in crescita nel Regno Unito dove raggiunge il terzo posto tra i Paesi produttori a scapito dell'Australia e nel quadrimestre segna luce verde in entrambi i Paesi. (ANSA).

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