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Migranti: Crea, 5 milioni gli stranieri nelle aree rurali,+75% in 2 anni

Sono circa 5 milioni gli stranieri che vivono nelle aree rurali, con un incremento del 75% in soli 2 anni; si tratta di un apporto positivo che contribuisce a ripopolare e a 'ringiovanire' i territori, oltre a garantirne la vitalità economica, sociale ed ambientale attraverso il lavoro nei campi, nelle stalle, per la gestione di boschi e foreste, per la cura degli anziani fino alla creazione di nuovi servizi. E' quanto emerge da uno studio del Crea Politiche e Bioeconomia, realizzato nell'ambito della Rete Rurale Nazionale sugli ultimi dati disponibili, sul fenomeno delle migrazioni rurali. L'obiettivo è affrontare soprattutto i percorsi lavorativi dell'integrazione sociale in modo da ridisegnare una mappa delle campagne più aderente alla realtà. Sono numerose e positive le esperienze di inclusione promosse dalle politiche di sviluppo territoriale e dalle politiche nazionali anche attraverso l'agricoltura sociale, segnala il Crea, anche se non mancano zone d'ombra dal lavoro irregolare al caporalato dove comunque si registra un impegno crescente a contrastarle sia da parte delle Istituzioni sia del mondo agroalimentare. "Dallo studio - spiega la ricercatrice del Crea Catia Zumpano - emerge la necessità di stabilire un giusto equilibrio tra gli interventi volti a governare la pressione migratoria e quelli finalizzati a cogliere le opportunità insite nell'accogliere nuovi abitanti. In questo quadro vanno adottate soluzioni che favoriscano l'integrazione e riconoscano parità di trattamento con gli italiani, sul piano economico e dei diritti". Secondo la ricercatrice "resta fondamentale il recupero culturale della dignità del lavoro agricolo, soprattutto di tipo avventizio, sia esso italiano o straniero. Solo così gli verrà finalmente attribuito un riconoscimento sociale adeguato rendendolo, nella percezione collettiva, un'attività da tutelare e valorizzare". (ANSA).

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