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Coronavirus: grido d'allarme per ristoranti del Buon Ricordo

(ANSA) - ROMA - E' una data, il 22 febbraio, che non dimenticano gli esercenti dei Ristoranti del Buon Ricordo. Un centinaio di insegne, da Nord a Sud, che come tutto il mondo ho.re.ca , ha chiuso i battenti per le politiche di distanziamento sociale rese necessarie dall'emergenza coronavirus.

Oggi la storica acompagine lancia un grido d'allarme: "sono oramai trascorsi 38 giorni e da quel momento gli incassi si sono azzerati. Ancora nulla, - lamentano - eccetto una minima dilazione di pagamento delle tasse e contributi. La cassa integrazione per i nostri dipendenti sta arrivando in queste ore. Nessun aiuto diretto da parte dello Stato a livello economico. Mentre all'estero il settore sta godendo di misure "importanti" prese da governi come la Germania, la Francia, l'Ungheria. Per la ristorazione italiana, così come per la piccola e media impresa, quasi il nulla". "Se davvero i nostri locali dovranno rimanere chiusi per un altro mese in queste condizioni sarà un disastro assoluto.

Tanti di noi non riapriranno. Noi siamo da 56 anni ottimisti, vogliamo bene alla nostra Italia. Faremo di tutto per non mollare. Dateci un minimo di energia. Poi toccherà a noi di rimboccarci le maniche" concludono.

Dal 1964 l'Unione Ristoranti del Buon Ricordo (Urbr) salvaguarda e valorizza le tante tradizioni e culture gastronomiche del nostro Paese, accomunando sotto l'egida della cucina del territorio (a quei tempi scarsamente considerata) ristoranti e trattorie di campagna e di città, dal Nord al Sud.

L'Urbr è stata la prima associazione fra ristoratori nata in Italia ed è ancora oggi la più diffusa e conosciuta. A caratterizzare ciascun ristorante, e a creare fra loro un trait d'union, è oggi come un tempo il piatto-simbolo dipinto a mano dagli artigiani della Ceramica Artistica Solimene di Vietri sul Mare su cui è effigiata la specialità del locale, che viene donato agli ospiti in memoria di una piacevole esperienza gastronomica da ricordare.(ANSA)

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