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Bellanova, daremo battaglia per avere un'etichetta obbligatoria

ROMA - "Noi siamo assolutamente determinati a continuare la battaglia con l'etichetta obbligatoria sulle produzioni e lo notificheremo. Ho chiesto agli altri ministri a partire dal ministro Patuanelli, di fare insieme una lettera alla Commissione Europea". Lo ha detto la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, in vista delle nuove regole europee per l'etichettatura, a margine del convegno 'Seminiamo il futuro' di Ismea e Banca nazionale delle terre agricole. Dal primo aprile, infatti, l'obbligo di indicare l'origine degli ingredienti, in vigore in Italia per diversi prodotti dal riso al latte, dovrà essere rispettato solamente in alcuni casi.

"Siamo disposti ad andare fino in fondo e a continuare questa battaglia - ha precisato la ministra - perché l'etichettatura obbligatoria è un dovere dell'Unione europea, è trasparenza e noi abbiamo il rendere chiaro al consumatore che cosa sta acquistando. Questo è anche un modo per dare valore alle merci".

Coronavirus, serve tracciabilità sugli alimenti 
"Noi continuiamo a insistere anche in queste ore con la Commissione europea per arrivare alla tracciabilità obbligatoria dei prodotti, perché non deve essere necessario avere un'emergenza per porsi il problema di come rendere trasparente là dove arriva la materia prima, dove viene trasformata, dove e come viene confezionata. Questo è un punto fondamentale per rispondere a quelle situazioni che poi mettono in ginocchio i mercati". Lo ha detto la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, a margine del convegno 'Seminiamo il futuro' di Ismea e Banca nazionale delle terre agricole a proposito dell'emergenza del coronavirus.
"Coronavirus è un problema per le persone e questo ci preoccupa - ha precisato - ma per quanto riguarda il nostro settore comporta comunque dei problemi, anche se le merci possono circolare". Secondo la ministra, "è un problema che si aggiunge a quello della Brexit che molti sottovalutano ma che per il nostro settore è serissimo, ma anche a quello dei dazi che abbiamo bloccato con un'azione sinergica su nuove produzioni ma che permangono su altri che vogliamo arrivare a far togliere completamente; oltre a tutto questo - ha concluso - c'è l'embargo russo che per noi comporta un costo di 1,5 miliardo".

Alla luce di tutto questo l'impegno è "di lavorare in una politica di sistema complessiva e non pezzo per pezzo".

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