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Cia, mezza Italia dice si al progetto 'Il Paese che vogliamo'

Dodici regioni coinvolte in quattro tappe che hanno interessato oltre 200 rappresentati delle istituzioni da settembre a oggi. E' il bilancio di fine anno de "Il Paese che Vogliamo", progetto-trasparenza firmato da Cia-Agricoltori Italiani che mette nero su bianco le azioni necessarie al rilancio delle aree interne. Si va dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali.

A fare il punto di metà percorso è il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, in occasione dell'Assemblea annuale, illustrando gli obiettivi del road show che continuerà nei prossimi mesi. "Chiudiamo il 2019 carichi di quattro mesi di intensa attività focalizzata sul territorio con "Il Paese che Vogliamo" - ha detto il presidente - il roadshow, fondamentale per dialogare con governatori, sindaci, presidenti di enti e associazioni, accademici e cittadini, finora ha toccato al Nord Liguria e Piemonte, al Sud Campania, Puglia e Basilicata, al Centro Italia Toscana, Emilia-Romagna e Umbria e ha fatto tappa speciale anche nelle zone terremotate di Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise". Obiettivo del lavoro, ha ricordato Scanavino, è realizzare il più dettagliato, organico e puntuale dossier sulle aree interne del Paese da presentare presto al governo.

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