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I fiori nel piatto, a New York un ristorante-giardino italiano

NEW YORK - Un giardino segreto apre a New York. All'ombra del Flatiron e a un paio di isolati dal Flower District, Alessandra e Mario De Benedetti, milanese lei e torinese lui, hanno creato qualcosa di assolutamente inedito per New York: un ristorante che manda in tavola un menu a base di fiori.

Il Fiorista ha aperto al pubblico un paio di settimane fa ed e' limitativo definirlo solo un ristorante perche' l'iniziativa dei De Benedetti e' molte cose, tutte centrate attorno alle proprietà benefiche dei fiori: e' assieme "flower boutique", dove si possono acquistare composizioni floreali creati dalla giardiniera Mindy Cardozo, sciroppi, sali e zuccheri con logo della casa ispirato a Ferdinando Depero, ma anche anche bar che serve cocktail e cordiali a base di di fiori creati dal mixologo Gates Otsuji con nomi presi a prestito dal Futurismo italiano (Scintilla, Inventore di Petali, Giardiniere Cosmico). Infine il locale vero e proprio: un totale di 85 coperti, compresa la sala per gli special events, e nel menu i piatti dello chef Garrison Price che inventa di continuo integrando agli ingredienti tradizionali della dieta Mediterranea fiori di stagione, foglie, germogli, pollini. Il tutto con il supporto di un "education center" che offre classi settimanali sul tema degli "edible flowers",i fiori commestibili, e come incorporare i fiori nella vita di tutti i giorni, al di la' della loro intrinseca bellezza. Un progetto ambizioso, e ancor piu' sorprendente perche' i De Benedetti sono al loro debutto nel mondo della ristorazione. "Abbiamo cambiato vita", spiega Mario che, prima di spostarsi a New York un paio di anni fa lavorava nella mondo della private equity mentre Alessandra insegnava diritto commerciale a Milano Bicocca. "Abbiamo sempre avuto voglia di fare qualcosa assieme e di farlo nel settore dell'ospitalità", spiegano.

Lo spazio a nord del Madison Square Park (il quartiere e' ribattezzato NoMad) e' all'insegna della luce come avrebbe amato Giacomo Balla che battezzo' Luce la figlia maggiore. L'artista e scrittrice Leanne Shapton ha decorato le pareti con un murale ad acquarello, l'architetto Elizabeth Roberts, nota per le townhouse minimaliste e calde allo stesso tempo, ha disegnato lo spazio arredato con sedie della spagnola Patricia Urquiola importate dall'Italia. Il tutto all'insegna di una politica dello #zero waste" ("Cerchiamo di non buttare niente", spiega Alessandra: i gambi del girasole sono ad esempio messi a macerare nell'alcol per creare un gin base dei cocktail) e dove possibile del "chilometro zero". Non semplicissimo in vista dell'inverno: "L'obiettivo - affermano i De Benedetti - sara' comunque di non prendere aerei". 

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