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Fao e Governo insieme per la Dieta Mediterranea, verso il decennale Unesco

ROMA - Un insieme di pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, passando per le coltivazioni, i raccolti, la pesca, la conservazione, la lavorazione, la preparazione e il consumo dei prodotti. Con un obiettivo: analizzare, sulla base di evidenze scientifiche, i principi della dieta mediterranea per contribuire allo sviluppo sostenibile e all'Agenda 2030 e trasmettere alle generazioni più giovani questa preziosa conoscenza.

Questi i temi che Fao e Governo italiano affrontano in una serie di eventi che si concluderanno nel 2020, e di cui oggi è in corso il primo incontro inaugurale.

Un viaggio che non riguarda solo il cibo ma va alla scoperta della Dieta mediterranea per ripercorrere duemila anni di storia e cultura, dagli antichi romani al riconoscimento dell'Unesco tra i Patrimoni culturali immateriali dell'umanità.

La dieta mediterranea esempio virtuoso di un'alimentazione che bilancia gusto e valori nutrizionali, è una componente fondamentale dell'identità culturale delle comunità locali e può essere un potente strumento per lo sviluppo sostenibile e l'inclusione sociale.

Direttore Fao, difendere la dieta mediterranea dai fast food
La dieta mediterranea "promuove la produzione alimentare locale", incoraggia "l'agricoltura sostenibile, tutela il paesaggio e ha un basso impatto ambientale", tuttavia è minacciata da "soluzioni alimentari veloci" dovute alle nuove abitudini di nutrizione moderne. Per questo motivo "vanno compiuti sforzi e prese iniziative per sostenere diete sane come quella mediterranea". Lo ha dichiarato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, nel suo intervento all'evento 'Oltre 2000 anni di dieta mediterranea: un viaggio dagli antichi romani al riconoscimento Unesco del 2010. La dimensione culturale del cibo' questa mattina alla sede dell'agenzia Onu a Roma. "La crescita della popolazione, la globalizzazione, l'urbanizzazione e la pressione economica hanno provocato grandi cambiamenti che hanno contribuito a fattori di rischio alimentari che hanno portato malattie, per questo bisogna tutelare l'apparato digerente e l'equilibrio non solo corporeo, ma dell'anima", ha sottolineato il direttore generale. La Fao riconosce inoltre "l'importanza degli alimenti locali e tradizionali dei Paesi" ed è necessario "tutelare quegli alimenti che rischiano l'estinzione", perché "l'alimentazione tradizionale è fondamentale per il nostro patrimonio culturale", ha spiegato Dongyu.

 

Belloni, un'alleanza di Paesi per la dieta mediterranea
"Sono lieta di annunciare che i Paesi della dieta mediterranea all'Unesco - Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Portogallo, Spagna e altri Paesi del Mediterraneo, la Giordania, il Libano, la Tunisia, San Marino e di recente anche l'Egitto - hanno voluto istituire con noi l'alleanza per i principi della dieta mediterranea. È un'alleanza aperta, e auspichiamo che altri Paesi possano ritrovarsi nei principi di questo viaggio che iniziamo oggi". Lo ha annunciato il segretario generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, nel suo intervento all'evento alla Fao 'Oltre 2000 anni di dieta mediterranea: un viaggio dagli antichi romani al riconoscimento Unesco del 2010. La dimensione culturale del cibo'. L'alleanza "mira a condividere un percorso per promuovere uno stile di vita, una cultura nell'alimentazione su basi scientifiche che dimostra di dare benefici della salute, benessere sociale ed economico, e per promuovere i prodotti che in primis l'Italia e tutti i Paesi del Mediterraneo possono produrre ed esportare", ha sottolineato a margine. "Nella prospettiva degli obiettivi di sviluppo sostenibile, nelle prossime giornate mostreremo i benefici per il pianeta, la biodiversità, l'economia, le donne, della dieta mediterranea e dei modelli ispirati agli stessi principi, nel rispetto di tutte le differenze etniche, culturali, religiose, economiche e di metodologia di produzione agricola", ha affermato Belloni nel suo intervento. Il tema della dieta mediterranea è di "estrema importanza per il governo italiano, e sono certa che le discussioni di oggi potranno ispirare iniziative fruttuose per la Fao e i suoi stati membri", ha spiegato. Il filo conduttore del cammino di oltre 2 mila anni della dieta mediterranea "è il cibo, eccellenza dell'Italia per cui è riconosciuta a livello internazionale. Il cibo è cultura" e "valorizzare il legame tra cibo e cultura significa difendere le nostre tradizioni e la nostra identità". Con l'evento di oggi "ci proponiamo non un esercizio intellettuale, ma vogliamo dimostrare la validità scientifica della dieta mediterranea come modello di sviluppo agricolo e di alimentazione sostenibile, che contribuisca agli obiettivi dell'Agenda 2030", ha dichiarato Belloni. "L'Italia è fiera di essere il Paese ospite della Fao e di altre agenzie Onu che si occupano di lotta alla fame e sviluppo agricolo. Il Polo romano rappresenta un fondamentale foro delle Nazioni Unite dove individuare sinergie necessarie per affrontare le sfide di sviluppo sostenibile".

 

Belloni, governo promuova benefici della dieta mediterranea
I prodotti alimentari italiani "ormai si trovano in tutto il mondo, per la qualità di fondo e il gusto ricercato. Ora tocca al governo italiano promuovere i loro benefici e far sapere che dallo stile di alimentazione corretta si può trarre beneficio. Noi abbiamo il compito di far conoscere scientificamente i vantaggi di una corretta dieta mediterranea". Lo ha dichiarato il segretario generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, a margine dell'evento alla Fao 'Oltre 2000 anni di dieta mediterranea: un viaggio dagli antichi romani al riconoscimento Unesco del 2010. La dimensione culturale del cibo'. "Siamo convinti che quello che l'Italia produce ed esporta è a beneficio della salute, ma è anche uno strumento per promuovere all'estero la nostra cultura, i nostri prodotti e la nostra economia", ha sottolineato Belloni. La prossima settimana "inizia l'Assemblea generale delle Nazioni Unite che andrà avanti per molti mesi. Ci saranno occasioni per poter valorizzare l'iniziativa che abbiamo lanciato oggi sull'alleanza della dieta mediterranea, non solo in eventi Onu ma nei contatti bilaterali con i leader degli altri Paesi, per poter promuovere il sistema Italia", ha sottolineato il segretario generale della Farnesina. "Crediamo che la dieta mediterranea abbia tutti i requisiti per poter essere diffusa anche nei Paesi in via sviluppo, perché i suoi prodotti sono sostenibili e compatibili con lo sviluppo degli altri Paesi, non solo dell'area mediterranea", ha evidenziato.

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