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Agronomi, freno danni maltempo da rain garden e alberi smart

(ANSA) - ROMA - ''E' tempo di investire sull'ambiente in termini ricerca, innovazione e professionalità. Vanno limitati i danni dei cambiamenti climatici in atto, del maltempo e dei fenomeni meteo estremi, nonché del mancato presidio del territorio italiano. Per farlo vanno recuperate buone pratiche agronomiche con una pianificazione a 360 gradi per riprogettare un habitat che non è più naturale". A dirlo all'ANSA è Sabrina Diamanti, presidente del Conaf (Consiglio nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali) in vista del XVII congresso nazionale di questi paladini del buon verde che si terrà a Matera dal 7 al 9 novembre.

"Torneremo all'attacco sulla legge del suolo - annuncia la battagliera presidente Diamanti - perché dal suolo parte tutto: il paesaggio e la produzione sostenibile. Per formare un cm di suolo, secondo dati Ispra recentemente illustrati in Senato, occorrono da almeno 3 secoli fino a 3mila anni per raggiungere uno spessore utile ai fini agricoli. Per tutelare questo patrimonio di biodiversità in ambiente urbano, suburbano e rurale vanno coinvolti i tecnici e i ricercatori superando falsi miti come quello dell'autoctono e della tradizione immutabile.

Serve - sottolinea - una progettazione scientifica e capacità d'innovazione per riportare l'agricoltura in città. Non esiste un albero pericoloso in quanto tale, ma nelle città sono mancate manutenzione e corretta gestione. Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, presso il ministero dell'Ambiente, sta lavorando alla diffusione della cultura del verde, a supporto e in collaborazione con Anci, per una riprogettazione lungimirante del verde. E di fronte all'alternarsi di siccità e le cosiddette bombe d'acqua i tecnici devono valutare l'evento estremo dominante e adeguare la scelta delle specie, puntando anche ad accorgimenti progettuali ormai diffusi in gran parte d'Europa: ad esempio i rain garden, realizzati con specie vegetali e pavimentazione in grado di assorbire il deflusso dell'acqua; e ricordare che anche gli sparti-traffico fanno barriere: basta cordoli continui ma spazio per consentire all'acqua di defluire.

Mai puntare su monospecie ma avere una biodiversità anche nelle città, garanzia di una minore diffusione di fitopatologie come il punteruolo. Dalla qualità del patrimonio verde dipende la qualità della nostra vita".(ANSA).

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