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Carpaccio di cocomero, chef Terracina svela anguria a tutto pasto

(ANSA)  - Il cocomero pontino, riconosciuto come Prodotto agroalimentare Tradizionale (Pat) del basso Lazio, si svela come un superfood a tutto pasto, e come ingrediente per innovative ricette di cucina, come il carpaccio di cocomero e il gazpacho, e il riso in bianco con caprino e anguria locale. Sono i piatti a base di cocomero pontino proposti dallo chef Simone Nardoni, Jre - Jeunes Restaurateurs d'Italia da poco approdato a Terracina dove firma il menu del ristorante Essenza. "Il tradizionale carpaccio - ha detto il giovane chef - non sempre trova il gradimento di donne in gravidanza e ovviamente dei vegetariani. Aver ottenuto un carpaccio vegetale di cocomero, frutto di ricerca sulle temperature e tecnologie, apre una nuova frontiera del gusto e di utilizzo per questo frutto tipico della pianura pontina, area molto vocata dove vengono prodotti il 25% delle angurie made in Italy".

Nardoni ha dato il via agli appuntamenti di Red-Rurale Eccellente Differente che in nove tappe, da stasera al Groovie di Terracina col barman Donatello Baioni fino a sabato 14 settembre con lo chef Davide del Luca del ristorante Eea di Ponza, punta a valorizzare il Cocomero pontino nell'ambito della ristorazione e della mixology, in un progetto promosso dalla Cooperativa Latina Ortaggi. Il progetto, ha sottolineato il referente Claudio Filosa, "intende promuovere il Cocomero Pontino Pat, e allo stesso tempo vuole stimolare le aziende produttrici ad avviare un lavoro sinergico utile alla costituzione di un 'Comitato promotore del Cocomero pontino Igp', utile all'affermazione di nuove economie di mercato e all'ottenimento del riconoscimento comunitario di Indicazione Geografica Protetta, dopo l'ingresso nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali sancito con decreto del Mipaaft un anno fa. Abbiamo già raccolto su questo obiettivo il coinvolgimento delle principali cooperative del distretto agricolo pontino". Un cocomero su quattro di quelli consumati in Italia viene prodotto in provincia di Latina dove sono 4mila gli ettari destinati a questa coltura per una produzione media di 500/600 quintali in serra e 700/800 quintali a campo aperto per ettaro.

Sono circa 70 le cooperative agricole per un totale di oltre 300 aziende, 6 centri di imballaggio e 8 vivai per la produzione di piantine innestate. Il distretto occupa circa 4mila addetti, ed esprime un indotto di 100 milioni di euro.(ANSA).

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