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Xylella, il mondo agricolo protesta ma è diviso

Il mondo agricolo scende per strada a Lecce, ma lo fa spaccato al suo interno, dando corso a due manifestazioni distinte per protestare contro la inadeguata gestione politica del dramma della Xylella fastidiosa, il batterio killer che sta mettendo in ginocchio l'intera economia verde della Puglia uccidendo i suoi ulivi. A Foro Boario, all'ingresso nord di Lecce si sta radunando il corteo di Coldiretti e Unaprol diretto in piazza Sant'Oronzo. Ad aprire il corteo un trattore con un rimorchio sul quale é stato caricato un ulivo eradicato dopo essere stato ucciso dalla Xylella e diventato il simbolo della mobilitazione odierna. A chiudere il corteo ci sono quaranta trattori.

Dall'altra parte della città, nel quartiere Settellacquare invece si stanno radunando gli agricoltori di Confagricoltura, CIA, Copagri, Lega delle cooperative e organizzazioni anche non agricole che dirigeranno verso piazza Mazzini. L'arrivo in città degli agricoltori con i trattori sta provocando problemi alla circolazione stradale con incolonnamenti sulle strade di accesso. A dividere il mondo agricolo è stata la pregiudiziale posta da Coldiretti sulle responsabilità della Regione con la richiesta di dimissioni dell'assessore di Gioia.

Coldiretti, la Xylella sta avanzando verso Nord al ritmo di 2 chilometri al mese
E' avanzato inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese il contagio della Xyella che ha già provocato danni per 1,2 miliardi di euro con 21 milioni di piante infette, "una strage di ulivi che lascia un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità". E' quanto emerge dal Dossier "Coraggio Salento" elaborato da Coldiretti e Unaprol, che con migliaia gli agricoltori stanno manifestando a Lecce "contro la gestione inconcludente dell'emergenza Xylella dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità tra Unione Europea, Ministero e Regione e decreti senza impegni concreti".
Se non verrà fermata l'epidemia nei prossimi cinque anni - denuncia la Coldiretti - rischia di essere infettato l'intero mezzogiorno d'Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise. "Dall'autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli - sottolinea Coldiretti - la malattia si estende senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi sull'ambiente, sull'ambiente, l'economia e sull'occupazione".
Secondo la Coldiretti ci sono stati "errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità". "Serve ora - chiede la Coldiretti - un deciso cambio di passo con risorse adeguate per gli agricoltori colpiti dell'area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia".

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