Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Vino: Elmo debutta tra vitigni autoctoni della Valpolicella

(ANSA) - ROMA, 7 AGO - Una nuova varietà a bacca rossa è stata scoperta da Cantina Valpantena Verona in un piccolo vigneto della Valdonega, area collinare che sovrasta il centro cittadino della città scaligera. Un'uva dai grappoli spargoli ed acini scuri, ricchi di polifenoli ed antociani battezzatta col nome di Elmo. L'analisi genetica ha in particolare dimostrato che non esiste nessun rapporto di parentela con altre varietà coltivate in loco e solo una lontana somiglianza con il vitigno Wilbacher, originario della regione austriaca della Stiria e coltivato in minima parte anche nel trevigiano. Il ritrovamento risale al 2009, ma solo ora, dopo sette anni di ricerca sul campo, si è conclusa l'attività di identificazione. Contemporaneamente il vitigno è stato individuato anche a Valgatara, nel comune di Marano di Valpolicella, nella proprietà del viticoltore Guglielmo Ferrari.

L'attività di identificazione è stata affidata da entrambi al Crea (Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia) di Conegliano, che, in collaborazione con l'ex Centro per la Sperimentazione in Vitivinicoltura della Provincia di Verona, e l'analisi molecolare dei due vigneti ha dimostrato che si tratta della stessa cultivar e che questa era diversa da qualsiasi altra varietà conosciuta finora. "Le viti di Elmo - spiega Stefano Casali, agronomo di Cantina Valpantena Verona - hanno dimostrato un'ottima resistenza ai parassiti. La pianta è molto produttiva, genera grappoli spargoli ed acini scuri, ricchi di polifenoli ed antociani, capaci di donare un colore intenso e vivo al vino. Si sposa benissimo con le più note varietà veronesi utilizzate normalmente nell'uvaggio del Valpolicella". L'iscrizione di Elmo al RNVV e la successiva classificazione in ambito Regionale ne permetterà la possibilità di coltivazione e diffusione. Concluso l'iter Cantina Valpantena intende riprodurre il vitigno per ricavarne un vigneto sperimentale. Lo studio è avvenuto all'interno di un progetto finanziato dal Mipaaf finalizzato alla raccolta, conservazione, documentazione ed utilizzazione di specie vegetali di grande rilevanza, tra cui la vite.(ANSA).

Caricamento commenti

Commenta la notizia