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Periti Agrari, futuro della professione riparte dalla scuola

- ROMA -  Promuovere in accordo con il Ministero dell'istruzione e dell'Università una revisione dei programmi didattici per affermare competenze che appartengono ai Periti Agrari e Periti Agrari Laureati e che in questo Paese ancora non vengono appieno riconosciute; rivedere modalità e forme d'iscrizione al Collegio coinvolgendo direttamente gli Istituti tecnici agrari, gli Istituti d'istruzione superiore, gli Istituti tecnici superiori, Ministero dell'Istruzione e Università. E' questa una delle priorità del neo eletto Consiglio nazionale del Collegio dei periti agrari che si è presentato a Roma, alla Camera dei Deputati.

Un obiettivo che sarà perseguito predisponendo convenzioni e protocolli che portino i Periti Agrari e Periti Agrari Laureati nelle aule scolastiche e universitarie a presentare la categoria, l'ordinamento e i suoi aspetti applicativi, le competenze professionali, anche inserendo nei programmi didattici ore di lezione specifiche. Il nuovo Collegio dei Periti Agrari si rivolge alle scuole tecniche agrarie, agli ITS e alle università: «Con loro stringeremo un patto - sottolinea il presidente del Collegio nazionale Periti Agrari e Periti Agrari laureati, Mario Braga - un contratto di compartecipazione alla progettazione e realizzazione di processi di nuova professionalizzazione.

Promuoveremo, sosterremo e comparteciperemo a costruire una 'Buona scuola', in cui l'essere, il sapere ed il sapere fare, radicati nella nostra straordinaria storia, si coniugano armonicamente per offrire all'economia circolare dell'agricoltura, dell'agroalimentare e dell'ambiente intelligenze e professionisti e imprenditori eccellenti». L'impegno che porterà avanti il Collegio sarà anche quello di instaurare e consolidare relazioni con il Parlamento e con i suoi organi, affinché la "Legge" diventi il riferimento giuridico chiaro, trasparente ed etico. «Promuoveremo la riforma del nostro Ordinamento - aggiunge Braga -, che ormai denota l'usura del tempo e della storia. Le nostre azioni non dovranno cadere dal cielo ma saranno il frutto delle letture di domande consolidate dal tempo ed emerse dall'impegno dei nostri Collegi Territoriali. Nell'eleggermi presidente è stato condiviso il programma che scritto a più mani e dovrà essere realizzato insieme. Se osservazioni, integrazioni o critiche motivate dovessero emergere, sarà mia, nostra cura, porle in quel processo di divenire che certamente ci aiuterà a rispondere alle numerose sollecitazioni che l'Italia e la nostra categoria ci pongono».

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