A 545 anni luce dalla Terra c'è un pianeta misterioso: ha un raggio simile a quello di Nettuno, ma è notevolmente più denso e si trova molto vicino alla sua stella, dove i pianeti simili a Nettuno non dovrebbero esistere. Si chiama TOI-1853b e la sua scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve a un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'Italia, con l'Università di Roma Tor Vergata e l'Istituto Nazionale di Astrofisica.
E' stato individuato grazie al telescopio spaziale Tess, della Nasa e osservato in seguito con il Telescopio Nazionale Galileo. "In base alle teorie di formazione ed evoluzione planetaria, non ci si aspettava che potesse esistere un pianeta simile e così vicino alla sua stella", commenta Luca Naponiello, dottorando in Astrofisica all'università di Tor Vergata e primo autore della ricerca.
Il pianeta TOI-1853b compie un giro completo intorno alla sua stella ogni 30 ore e il suo raggio è confrontabile con quello di Nettuno, ma la sua massa è circa quattro volte più grande, pari a 73 volte quella della Terra. E' quindi il più denso dei pianeti esterni al Sistema Solare finora noti masse. La sua composizione non è nota. "Ci aspettiamo - dice Naponiello - che TOI-1853b sia prevalentemente roccioso e circondato da un piccolo inviluppo gassoso di idrogeno ed elio che costituisce al più l'1% della massa del pianeta. Oppure, un'altra ipotesi molto affascinante è che possa essere composto per metà da rocce e per metà da ghiaccio di acqua. Data l'elevata temperatura del pianeta (circa 1500 gradi Kelvin), in questo secondo caso TOI-1853b potrebbe avere un'atmosfera ricca di vapore acqueo".
E' un enigma anche l'origine del pianeta, osserva Luigi Mancini, del dipartimento di Fisica dell'università Tor Vergata e secondo autore del lavoro. Potree essere nato in seguito a "scontri fra protopianeti massicci nel disco proto-stellare originario", che"potrebbero aver rimosso quasi tutta l'atmosfera del pianeta, il che ne spiegherebbe le dimensioni ridotte e la grande densità, come se fosse rimasto solo il nucleo nudo del pianeta", dice Naponiello. Un'altra ipotesi è che il pianeta sia stato inizialmente un gigante gassoso come Giove con un'orbita molto ellittica che lo avrebbe portato a compiere passaggi molto ravvicinati alla sua stella, perdendo così gli strati più esterni dell'atmosfera. "Al momento, non riusciamo a distinguere quale dei due scenari di formazione sia quello più plausibile, ma continueremo ad osservare questo pianeta per capirlo", dice un altro autore della ricerca, Aldo Bonomo, dell'Inaf di Torino.