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Marte più attivo del previsto, indizi di pennacchi di lava

Scoperti su Marte gli indizi dell’esistenza di pennacchi nel mantello, una sorta di zampilli di magma in risalita dalle profondità del pianeta e che arrivano a lambire la superficie: è la prova che il pianeta rosso è geologicamente più attivo di quanto si ritenesse. La scoperta, dell’Università dell’Arizona, è pubblicata sulla rivista Nature Astronomy

Sappiamo che la Terra è costantemente modellata dalla sua attività geologica, con grandi masse di magma che risalgono dagli strati più profondi verso la superficie grandi masse di magma e materiali caldi che provocano il movimento della crosta più esterna. E' una vitalità geologica ben diversa da quella di Marte, dove si riteneva che l’attività interna si fosse ormai spenta miliardi di anni fa.

Eppure, sebbene in forma ridotta, negli ultimi anni stanno emergendo sempre più indizi che dimostrerebbero che anche Marte abbia ancora una sua vitalità geologica: dopo i vari terremoti registrati dalla missione Insight, dotata di un sensibile sismografo, ora i ricercatori americani avrebbero trovato i possibili segni di pennacchi del mantello, strutture geologiche che sulla Terra portano alla formazione di grandi vulcani.

Gli indizi di questo pennacchio, una sorta di bolla di magma in risalita dalle profondità, sono la vasta serie di fratture della zona chiamata Cerberus Fossae, visibili nell'area della Elysium Planitia. Qui uno studio precedente aveva anche individuato i resti di una piccola recente eruzione vulcanica. Secondo gli autori della ricerca, le fratture sarebbero un segno inequivocabile di una risalita di grandi masse di magma dalle profondità con dinamiche molto simili a quelle dei pennacchi terrestri.

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