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La mappa della materia oscura all'alba dell'universo

Ricostruita la distribuzione della materia oscura agli albori dell'universo, intorno a galassie che oggi vediamo così com'erano 12 miliardi di anni fa: un cammino a ritroso nel tempo da record (finora si era arrivati a 10 miliardi di anni fa), che suggerisce come alcune leggi fondamentali della cosmologia potrebbero non valere in prossimità del Big Bang. Lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters da un team guidato da Hironao Miyatake dell’Università di Nagoya in Giappone, in collaborazione con l’Università di Tokyo, l’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone e l’Università di Princeton.

Per ricostruire la mappa dell'elusiva materia oscura, i ricercatori hanno sfruttato la radiazione di fondo nelle microonde (Cosmic Microwave Background, Cmb): in particolare, hanno studiato come questo residuo della luce fossile del Big Bang viene deformato dall'effetto di lente gravitazionale generato dalla materia oscura che circonda un milione e mezzo di galassie visibili oggi (per effetto della velocità finita della luce) così come apparivano 12 miliardi di anni fa. Usando i dati del telescopio spaziale Planck dell'Agenzia spaziale europea (Esa) e le osservazioni del Subaru Hyper Suprime-Cam Survey (Hsc), è stato dunque possibile mappare la materia oscura così come era 1,7 miliardi di anni dopo il Big Bang.

Una delle scoperte più interessanti emerse dallo studio riguarda la densità della materia oscura, che sarebbe stata inferiore rispetto a quanto previsto dal modello Lambda-Cdm. Se questo dato venisse ulteriormente confermato, significherebbe che il modello non descrive in maniera adeguata quello che è accaduto poco dopo il Big Bang.

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