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Il robot Abel ‘studia’ per assistere i malati di demenza

Un robot umanoide per testare le teorie della mente umana e assistere i malati di demenza: è l’obiettivo del progetto avviato della start-up deep-tech italiana Emotiva nato in collaborazione con il Centro di Ricerca "Enrico Piaggio" dell'Università di Pisa usando l’innovativo robot Abel capace di interagire in modo empatico con pazienti affetti da disturbi neurologici.A permettere ad Abel di interagire è un complesso mix di hardware, in particolare 42 servomotori di nuova generazione che guidano il movimento di testa, braccia e ogni più piccolo dettaglio del volto, e di software di Intelligenza Artificiale (IA) che permette di riconoscere le espressioni dell’interlocutore e dialogare. Una sorta di ‘specchio’ umano su cui testare le teorie della mente e del comportamento nonché indurre e comprendere le nostre emozioni grazie anche al nuovo algoritmo di IA, Emotion sviluppato da Emotiva, che ha raggiunto altissimi livelli di accuratezza nel riconoscere le emozioni umane, superiore del 60% rispetto ai livelli di riferimento usati nel mondo della robotica.Prestazioni per cui il progetto Abel punta ad andare oltre al riconoscimento delle emozioni e contribuire allo studio della demenza: "Utilizzando la sua capacità di apprendere e mostrare empatia – ha detto Lorenzo Cominelli, ricercatore del Centro Piaggio – Abel sarà uno strumento efficace per contribuire a migliorare l'assistenza ai malati di demenza, colmando le lacune comunicative e fornendo un'altra forma di sostegno ai caregiver e ai familiari”.

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